E Adesso José?
La festa è finita,
La gente è sparita,
la luce si è spenta,
la notte è più fredda,
e adesso, José
adesso che c’è?
E’ la prima strofa di “E agora Josè”, la poesia di Carlos Drummond de Andrade, il geniale poeta e cronista del Modernismo brasiliano, il quale, se fosse in vita, potrebbe dirci qualcosa d’imprevedibile sull’inatteso risultato calcistico che ha gelato milioni di torcedores brasiliani, i quali hanno visto la propria selezione perdere inesorabilmente contro quella tedesca a Belo Horizonte. I brasiliani hanno pianto ancora una volta nei botecos, i popolari bar di Copacabana, dove hanno assistito esterrefatti alla vittoria degli eterni rivali argentini, i quali hanno battuto l’Olanda e disputeranno la finale contro i rosso-neri teutonici domenica al Maracana, il tempio del Futebol brasileiro.
“E agora Josè”, scrive Drummond nella sua poesia che potrebbe riguardare qualsiasi tifoso, anzi qualsiasi essere umano del pianeta che deve affrontare la tristezza della vita dopo la festa. Ma non c’è stata nessuna festa per milioni di brasiliani i quali, nonostante siano stati proprio loro a finanziarla, hanno contribuito all’happy moment della Fifa che, secondo il Bdo International Network, lucrerebbe circa cinque miliardi di dollari con la manifestazione calcistica in cui sono utilizzati trentatré mila lavoratori volontari.
I giovani, come milioni di brasiliani, avrebbero voluto che i fondi fossero stati diretti verso la disastrosa educazione pubblica, la decadente sanità, lo sconquassato trasporto e la giustizia sociale. La rivolta di Brasilia innescò in tutto il paese, un’incessante onda di proteste fermato dal tradizionale sentimento nazionalista della tifoseria verde gialla. Il tifo ha fatto scordare per un po’ i giochi politici ormai iniziati in sordina da un bel pezzo nell’aggressiva campagna elettorale per il suffragio del cinque ottobre, quando i brasiliani saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente e il futuro assetto politico (governatori, deputati e senatori) che governerà nei prossimi quattro anni il gigante sudamericano risvegliato ma oggi depresso.
A fare attenzione al tifo brasiliano sono stati tutti i partiti politici, incluso il Partido dos Trabalhadores, il quale, oltre a governare il Brasile da circa dodici anni attraverso un’alleanza di partiti, tra cui il Pmdb – il partito che ha governato il Brasile assieme a qualunque tipo di governo succeduto a quello dei militari – cercherà di ottenere la rielezione della presidente Dilma Rousseff. Riuscirà Dilma a ricevere le preferenze degli elettori, dopo la sconfitta calcistica della selezione brasiliana e gli insulti ricevuti dai tifosi dell’elite bianca e conservatrice all’apertura del Mondiale? Dilma la spunterà, ma probabilmente al secondo turno. Sarà una dura campagna elettorale per la presidente e il suo partito che sperava nella vittoria della selezione e ora dovrà cedere ancora di più nelle negoziazioni politiche con i partiti alleati.
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