Mirko Direnzo, vigile urbano in servizio a Milano, non lo sapeva. Ma Facebook può essere molto pericoloso. Tanto che le sue foto in versione bagnino sulla spiaggia, mentre i certificati medici lo davano per malato a Milano, gli sono costate un anno e mezzo di reclusione e 800 euro di multa. Potenza del social network, che in periodo di vacanze vanno maneggiati con ancora più cura. E grande attenzione alla propria privacy. Ivano Gabrielli, vice questore della Polizia postale, dice di non ricordare qualche caso in particolare, ma postare foto delle vacanze può essere pericoloso. “Se un soggetto prende di mira una villa, per esempio, tramite Facebook può capire se la residenza è abitata senza nemmeno fare appostamenti. E’ meglio evitare di dare troppe notizie di sè”.

Non per niente quello relativo all’utilizzo dei social network è uno dei consigli diffusi dal Garante della privacy “per un’estate sicura”. Il primo punto del decalogo preparato dall’authority riguarda la mania dei selfie e delle foto in spiaggia che immancabilmente finiscono su Facebook. Meglio evitare pose imbarazzanti e accertarsi che tutti siano d’accordo con la pubblicazione. Per non distruggere amicizie e rovinare cordiali rapporti di ombrellone.

Chi non vuole finire come il vigile milanese, o comunque preferisce non fare sapere dove si trova, deve poi disattivare le opzioni di geolocalizzazione oppure lasciar perdere Foursquare, il social che dice a tutti dove ti trovi in un dato momento.

Se si è alla ricerca del viaggio last minute a prezzi stracciati, evitare di cliccare sulla prima offerta che arriva tramite mail. Sempre Gabrielli spiega infatti che “in questo periodo ci sono picchi di comunicazioni relative a cose da fare nel tempo libero, tra le quali si possono nascondere false informazioni che veicolano i virus”. Insomma: clicchi sull’offerta e la prima spesa per le vacanze è quella del tecnico per la rimozione del codice maligno.

Grande attenzione anche alle app, con la differenza che chi si muove nel mondo chiuso di Apple ha eccellenti margini di tranquillità, mentre gli utenti Android corrono molti più rischi. “In pochi li utilizzano, ma anche per gli smartphone sono disponibili antivirus molto efficaci”, è la dritta dell’esperto.

Poi ci sono le connessioni wi-fi. Moderna oasi di chi è alle prese con budget ristretti, le troviamo sulle spiagge, nei bar e ristoranti. Però a volte router e server non sono adeguatamente protetti (la password, questa sconosciuta), e quella che a noi sembra manna dal cielo è invece una connessione che permette a qualcuno di rubare le nostre credenziali mentre guardiamo il conto della banca online. “Niente home banking dal wi-fi pubblico”, è il tassativo consiglio del vice questore. Che consiglia di stare attenti anche agli sms. “Pericolosi se veicolano un contenuto multimediale o un link”. E anche qui vale la vecchia regola di non dare ascolto agli sconosciuti. Se non sai da dove arriva il messaggio di testo, non replicare.

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