Il governatore della Banca d'Italia all'assemblea annuale dell'Abi: "Condotte che possono provocare forti perdite economiche e danni alla reputazione". Poi l'ottimismo sulle misure Bce: "Effetti positivi sulla crescita, fino a un punto di Pil in più". Per il presidente dell'associazione, Patuelli, "serve intransigenza morale" ma "le banche sono state lasciate sole con famiglie e imprese a sopportare il peso della crisi e sono penalizzate rispetto ai concorrenti"
Altro che cortesie per gli ospiti. Ignazio Visco, governatore di Bankitalia, invitato all’assemblea annuale dell’Abi ha dimenticato la diplomazia. E ha detto chiaro e tondo alla platea di banchieri che “la crisi ha fatto emergere comportamenti inadeguati, imprudenti, talvolta scorretti da parte degli amministratori” degli istituti. Condotte che vanno a danno degli azionisti, perché “possono provocare forti perdite economiche e danni alla reputazione degli intermediari, con conseguenze sul piano sanzionatorio”. “Episodi di mala gestio”, ha poi rincarato, “emergono sovente a seguito dell’azione di vigilanza e della collaborazione con le autorità inquirenti, con gli organi investigativi, con l’unità di informazione finanziaria per i profili di antiriciclaggio”. Via Nazionale, come ricordato da Visco stesso nelle Considerazioni finali presentate a fine maggio, fa quel che può per mettere un argine. “Adottiamo tutti i provvedimenti di nostra competenza per rimuovere le anomalie e le disfunzioni riscontrate, incluse sanzioni pecuniarie. Nei limiti dei nostri poteri, nei casi problematici favoriamo un ricambio dei vertici”. Infine un caldo appello ai responsabili dell’audit e ai vertici stessi: “Chiediamo alle strutture di controllo interno e ai vertici delle banche di prevenire e rimuovere comportamenti anomali”.
Patuelli: “Banche lasciate sole e penalizzate dagli ultimi governi” – Il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, rieletto per il prossimo biennio, nella conferenza stampa al termine della mattinata ha dato in linea di principio ragione a Visco, invocando “assoluta intransigenza morale senza eccezioni per alcuno nel mondo bancario” e invitando a “non coprire i buchi di soggetti opachi o tremebondi”. Chissà se il riferimento era anche a Giovanni Berneschi, suo vice fino a fine maggio quando è stato arrestato con l’accusa di truffa e riciclaggio ai danni di Carige e in seguito sostituito nei ranghi dell’associazione. In autunno, ha annunciato poi, l’Abi abrogherà dallo statuto l’”emendamento Mussari”, norma ad personam che ha consentito all’ex presidente Mps travolto dalle inchieste di guidare l’associazione anche se non ricopriva più cariche. Nel corso dell’assemblea, comunque, il numero uno dei banchieri non ha rinunciato a snocciolare di nuovo un lungo cahier de doléance nei confronti degli ultimi governi, rei di aver “lasciato sole le banche, insieme a famiglie e imprese, a sopportare il peso della crisi degli ultimi anni” e di aver varato ai danni degli istituti “più di 670 provvedimenti normativi, circa due e mezzo a settimana, sia di natura burocratica e regolamentare, sia con impatti economici importanti”. Poi la solita richiesta alle istituzioni: “Non sollecitiamo privilegi di alcuna natura, ma chiediamo con forza che le banche che operano in Italia non siano penalizzate nella competizione del mercato unico europeo”, “altrimenti le conseguenze sarebbero gravissime e con effetti prolungati su tutto il mondo produttivo e su tutta la società italiana”. Tra le “normative avverse” Patuelli ha citato il costo del lavoro ai fini Irap, l’Iva di gruppo e gli interessi passivi nella tassazione societaria Ires e Irap.
Visco: “L’iniezione di liquidità della Bce farà crescere il Pil fino all’1% di qui al 2016” – Tornando al discorso di Visco, il governatore ha ostentato ottimismo sugli effetti per l’economia italiana dei prestiti a lungo termine della Bce condizionati alla concessione di credito all’economia reale (in gergo “Targeted long term refinancing operation”, Tltro). Nelle casse degli istituti italiani arriveranno, secondo il governatore, “fino a 200 miliardi di euro” e di qui al 2016 l’impatto positivo sulla crescita potrebbe arrivare a un punto percentuale di Pil, pari a circa 16 miliardi. Questo attraverso “le variazioni dei tassi di interesse e di cambio” determinate dagli annunci dell’Eurotower e la cinghia di trasmissione rappresentata dai maggiori finanziamenti concessi dalle banche alle imprese. Passaggio, quest’ultimo, non automatico e tutto da verificare. Comunque, se “mantenute nel tempo le variazioni dei tassi di interesse e del cambio determinerebbero un aumento del pil stimabile in circa mezzo punto percentuale da qui alla fine del 2016”. E “se gli intermediari sfrutteranno appieno il finanziamento consentito dalle nuove operazioni, si potranno avere effetti positivi aggiuntivi fino a un altro mezzo punto percentuale da qui alla fine del 2016”. Per quanto riguarda la liquidità per le banche italiane invece: “L’ammontare potenzialmente disponibile con le nuove operazioni Tltro è cospicuo, può superare i 200 miliardi lungo l’intero orizzonte del programma”.
“Ridurre i prestiti in sofferenza per far ripartire il credito” – Ma il governatore è anche tornato a mettere il dito nella piaga dei crediti in sofferenza, ricordando che “la riduzione dei prestiti deteriorati è indispensabile per la ripresa del credito”. Le cessioni effettuate dalle banche “nei primi mesi del 2014 e quelle per le quali le trattative sono in stato avanzato consentiranno di farli diminuire di circa 5 miliardi. Ulteriori transazioni di importo significativo sono state recentemente annunciate al mercato”. Il processo, comunque, deve continuare, favorito anche dall'”attenuarsi della crisi del debito sovrano e la conseguente riduzione dei premi per il rischio”, che “spingono gli investitori specializzati a offrire prezzi più alti che in passato per acquisire le partite deteriorate”, e dall’”incremento delle rettifiche di valore sui prestiti che riduce il prezzo che le banche sono disposte ad accettare”.
Padoan: “Ridurre le tasse. Debito italiano è sostenibile” – Nel corso dell’assemblea è intervenuto anche il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, che ha ribadito la necessità di tenere insieme gli investimenti per le riforme e il controllo sui conti pubblici: “Il consolidamento e le riforme vanno insieme”, ha detto, “ed è compito dei politici integrare questi elementi in modo efficiente”. Senza escludere la diminuzione delle tasse: “La pressione fiscale”, ha detto, “deve essere ridimensionata, non c’è dubbio. La crescita sostenibile è la via maestra per abbattere il debito pubblico”.