“Siamo all’ennesimo decreto: ogni governo sforna il proprio, presentandolo come una pozione magica. L’unico merito di questo decreto è che svela che siamo alla casella di partenza e che sono stati persi due anni“. Così Nichi Vendola, leader di Sel e governatore della Regione Puglia, in merito al decreto Ilva approvato ieri dal Cdm. “I problemi del più grande impianto siderurgico d’Europa – spiega Vendola – vengono rinviati di governo in governo, decreto dopo decreto”. E, intanto, si chiede: “Perché i soldi dei Riva sono soldi sequestrati, ma non possono essere usati? E a quale imprenditore straniero vogliono darla, visto che l’Ilva ha inglobato qualche migliaio di cause di risarcimento? Si rischia che ventimila posti di lavoro saltino per aria”. E alla domanda se c’è imbarazzo a parlare della vicenda Ilva per la quale il governatore pugliese è stato rinviato a giudizio (imputato di concussione in concorso con Girolamo Archinà, ex dirigente dei rapporti istituzionali dell’ Ilva, Fabio Arturo Riva, ex vicepresidente del gruppo Riva, Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento siderurgico tarantino e Francesco Perli, legale del gruppo), Vendola taglia corto: “Nessun imbarazzo” di Manolo Lanaro
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