Nello stesso preciso istante in cui allo stadio Mineirão di Belo Horizonte l’arbitro messicano Rodriguez fischiava il calcio d’inizio della semifinale Brasile-Germania, al Postepay Rock in Roma, dagli amplificatori usciva il riff di chitarra che dava inizio al concerto dei Black Keys. Per il duo originario dell’Ohio, composto da Dan Auerbach e Patrick Carney, si trattava della prima volta nella Capitale, dove sono giunti per l’occasione circa 13mila spettatori da ogni parte della Penisola.
Su un palco scarno e illuminato da centinaia di lampadine, i due partono a testa bassa, con ritmi serrati, proprio come la Germania contro la Seleção. Uno dopo l’altro vengono eseguiti i grandi successi della band: si parte con Dead and Gone, si prosegue con Next Girl, Run Right Back, Same Old Thing e Gold On The Ceiling. L’intento, a quanto pare, non è quello di promuovere il loro ultimo disco, Turn Blue, uscito lo scorso 13 maggio per la Nonesuch Records, del quale vengono suonate solamente tre tracce, Turn Blue, Fever e Gotta Get Away.
Nonostante la perfezione con cui suonano i propri pezzi, musicalmente ineccepibili, l’unica nota stonata è l’incapacità dei Black Keys di entrare in empatia con un pubblico che mostra una gran passione e attaccamento. E soprattutto una gran voglia di ballare e pogare. Da parte loro emerge invece come una volontà di non voler surriscaldare troppo gli animi.
Nel frattempo, dopo poco più di mezz’ora di concerto, nonostante la mancanza di Rete e quindi di connessione, fra il pubblico comincia a circolare la notizia – accolta come una bufala – che la Germania vince per 5 gol a zero contro il Brasile. Malgrado la diffidenza, però, qualcuno azzarda il paragone fra l’andamento del concerto e quello della partita: proprio come i tedeschi, i due con il loro rock-blues tengono un andatura molto sostenuta, sono esageratamente freddi e razionali, e mostrano poco trasporto emotivo. Anche quando eseguono il singolone Fever o la splendida Lonely Boy. E dopo tanti gol c’è il rischio poi che qualcuno preferisca fermarsi, come accaduto alla Germania (al termine del primo tempo, riporta il tabloid inglese Mirror, citando il difensore della Mannschaft Mats Hummels, i tedeschi si sarebbero accordati per non umiliare il Brasile, e menomale…) e di porre fine allo show.