Il suo “non cambio politica” si riferisce, invece, all’unico dio di riferimento: il conflitto di interesse. Qualunque cosa i giudici decideranno l’ex cavaliere non mollerà il tavolo del governo, voterà di tutto di più, sino a quando coltiverà la speranza di avere uno straccio di grazia e non sarà sfiorato il suo conflitto di interesse. Non a caso, in queste settimane, si é parlato molto di riforma della Rai, ma quasi mai di conflitto di interesse, di incompatibilità, di ineleggibilità, di abrogazione della legge Gasparri, di normative anti trust.
Sino a quando il silenzio si prolungherà il condannato “non cambierà linea politica”e l’Italia, almeno sotto questo profilo, non cambierà verso.