Al via a settembre a Centocelle, in periferia di Roma. E' aperto anche ai neo-papà, ma ha un occhio di riguardo per le loro compagne, il cui rientro a lavoro dopo la maternità può rappresentare una vera e propria sfida
Duecento metri quadri, ventidue postazioni, due uffici, una sala riunioni, uno spazio baby, un’area allattamento, una cucina e un giardino esterno. Sono i numeri e la sostanza dell’Alveare, il primo co-working per neo mamme e neo-papà, che nascerà a Roma nel quartiere di Centocelle. Promosso dall’associazione Città delle mamme, vincitrice del bando Call for social ideas promosso da Italia Camp e Unicredit, lo spazio di via Fontechiari al civico 35 diventerà un luogo aperto ai neo-genitori che dopo la nascita di un figlio vogliono rimettersi in gioco, magari come liberi professionisti, per conciliare i tempi del lavoro con quella della famiglia. Il servizio, che entrerà a pieno regime a metà settembre grazie agli spazi messi a disposizione dal dipartimento promozione, sviluppo e riqualificazione delle periferie del Comune di Roma, vuole fornire alle neo-mamme e ai neo-papà un servizio che gli permetta di continuare a lavorare dopo la nascita dei figli, a partire dai 3/4 mesi di età del neonato.
Rivolto ad entrambe le figure genitoriali, il co-working l’Alveare ha un occhio di riguardo per le neo-mamme, il cui rientro a lavoro dopo la maternità può rappresentare una vera e propria sfida. Lo sa bene l’associazione Città delle mamme, che dal 2009 porta avanti progetti di inclusione e socializzazione quale il CineMamme, il MammaCaffè e un progetto web di mappa interattiva della Roma mommy-friendly. “Nell’attuale mercato del lavoro – afferma Serena Baldari dell’Alveare – le donne che decidono di avere un figlio sono le più svantaggiate. Se da un lato molte perdono il posto di lavoro durante la maternità, dall’altro, paradossalmente, si hanno più punti in graduatoria per accedere a un nido pubblico con un lavoro a tempo pieno mentre si resta a zero in caso di disoccupazione. Molte famiglie sono così tagliate fuori perché formate da coppie nelle quali solo il padre risulta lavoratore.
In questo scenario alle donne si prospetta un doppio impegno, cercare un nuovo lavoro e contemporaneamente gestire un neonato. Moltissime madri continuano a lavorare da casa, come freelance. Ma l’ambiente domestico con l’arrivo di un figlio non sempre risulta adeguato allo svolgimento di un’attività lavorativa, anzi può risultare claustrofobico e isolante”. Ed ecco da dove nasce l’idea di Città delle mamme. “Continuare a lavorare e non restare esclusi dal mercato del lavoro è fondamentale per una donna nel pieno delle sue capacità lavorative – afferma Francesca Ventura presidente di Città delle mamme – per questo la nostra associazione propone la condivisione di un luogo urbano che diventi anche una fucina di idee, permettendo alle neo mamme di svolgere la propria attività in un ambiente idoneo alle loro esigenze. Anche per questo le tariffe sono pensate per essere accessibili a tutti, partendo da circa 2,80 euro l’ora, con agevolazioni per chi usufruisce di più servizi contemporaneamente”.
Maternità e lavoro ma non solo, l’Alveare vuole essere anche un incubatore di progetti e idee, in grado di aprirsi ad altri lavoratori (con o senza figli), che condividano lo spirito del coworking. “Allo stesso modo – afferma Serena – lo spazio baby sarà aperto alla cittadinanza, indipendentemente dall’utilizzo del coworking, per rispondere alle esigenze del territorio povero di spazi destinati alla cura dei bambini”.