Ancora poche ore e la vita degli abitanti del Chateau Grenoble tornerà alla normalità. Gli inquilini dei 90 appartamenti del palazzo di Tijuca, quartiere nella zona nord di Rio de Janeiro, una mattina di giugno si sono svegliati con i missili installati sul tetto. L’edificio di quindici piani è a meno di 600 metri di distanza dal Maracanà, lo stadio dove si disputerà la finale tra Germania e Argentina. A dire il vero la contraerea sarebbe servita al Mineirao per provare a fermare Muller e compagni, scherzano ora i tifosi verdeoro.
Quello che si conclude domenica è uno dei Mondiali più blindati di sempre. “Tutti i dubbi sono stati fugati, abbiamo mantenuto l’ordine e la pace” ha commentato la presidentessa brasiliana Dilma Roussef e fin qui ha avuto ragione. Aveva promesso rischio zero per i turisti stranieri e così è stato: con il passare dei giorni le proteste hanno perso d’intensità e sono state oscurate dal pallone, l’eliminazione dei padroni di casa ha portato con sé solo lievi disordini. Un successo ottenuto grazie dl dispiegamento di 150 mila agenti, il triplo rispetto a quattro anni fa in Sud Africa, e a investimenti nella sicurezza da milioni di dollari.
Ora non si può sbagliare l’ultimo atto. Per l’epilogo il governo ha deciso di schierare per strada 25 mila militari, mentre gli aerei sorvoleranno l’area e 25 navi dell’esercito vigileranno sulla costa. Per 75 mila tifosi è pronto un seggiolino al Maracanà, tutti gli altri tifosi che arriveranno a Rio saranno in giro per la città e questo spaventa le autorità. La presenza di migliaia di argentini (si parla di 70 mila arrivi nelle ultime ore) ha consigliato a Roussef e ai suoi uomini un ulteriore rafforzamento del piano di sicurezza.
La speranza, in ogni caso, è di non dovere mai schiacciare il bottone rosso che aziona i missili terra-aria posizionati nei pressi dell’arena della finale. L’operazione di installazione delle testate, che hanno un raggio di 15 chilometri, è stata portata avanti dalla Marina. In un primo momento l’idea era di sistemare i missili sul tetto dell’università, poi abortita. Il quotidiano O Globo ha anche raccolto le opinioni degli abitanti del palazzo. “Perché proprio qua? – si chiede Ricardo dalle colonne del quotidiano -. Siamo arrabbiati perché nessuno ha chiesto il nostro parere”. “Penso che la presenza dei missili sia un privilegio e siamo contenti che la zona sia presidiata da uomini armati – dicono invece Sergio e Carmelix -. In ogni caso, come spiega il cartello attaccato all’ascensore, sarà solo per i giorni delle partite al Maracanà”.
Non solo il mitologico stadio di Rio è stato protetto in modo massiccio, la Marina ha fatto sapere che i tetti di altri palazzi sono stati utilizzati per posizionare strumenti di controllo del territorio e monitorare con anticipo eventuali contestazioni. Non è la prima volta che un grande evento sportivo utilizza la contraerea. Era già accaduto due anni fa alle Olimpiadi di Londra. Il Ministero della Difesa aveva montato decine di missili terra-aria sul tetto di sei palazzine. “Ci stiamo preparando per la peggiore delle ipotesi, non per lo scenario più probabile” il commento molto british che arrivò in quel caso da Downing Street. La vicenda suscitò lo sdegno dei residenti delle case popolari del nord est della capitale. Si rivolsero al tribunale per chiedere la rimozione dei missili che “mettevano in pericolo le loro vite”. I magistrati non gli diedero ragione e loro si tennero i razzi sopra la testa. In Brasile paiono averla presa con più filosofia, in fondo lunedì sarà tutto finito.