A bordo i pirati si trovano bene e fanno amicizia con tutti. Alcuni pescano per passare il tempo e altri giocano per ingannarlo. Buttano le reti e raccolgono i sogni buttati via come zavorra dai mercantili. Le donne tessono la notte e cantano in silenzio. I bambini rincorrono le tartarughe smarrite dal circo passato l’anno prima. I domatori di leoni stampano trattati di pace. Le isole formano un arcipelago sconosciuto ai geografi di moda. Il diario di bordo è scritto con un’altra lingua e pochi lo leggeranno. I briganti e i contrabbandieri collezionano miraggi e li barattano coi sogni. Le bottiglie di vetro rimangono incagliate negli arbusti di plastica. Le lettere da spedire sono appese ad asciugare. La nave di sabbia vive di ricordi.
Le vele cambiano la forma a seconda del vento. L’alta marea nasconde i relitti dei naufragi precedenti. Le compagnie di bandiera non pagano la dogana. Il museo del mare colleziona fossili e foto d’epoca. I delfini sono liberi di danzare ogni pomeriggio. Ci sono visite guidate ai rottami delle chiglie abbandonate lungo la riva. I vecchi sono rimasti a casa per tramare i proverbi che i giovani non ascoltano. Gli ammutinati formano un gruppo a parte. Hanno smesso di obbedire agli ordini dell’ammiraglio di lungo corso. Cospirano una sovversione poco sospetta ai piani di aggiustamento strutturale. Un tocco di campana segnala l’ora di libera uscita. La cena può spostarsi dove c’è bisogno. C’è chi abbandona il viaggio senza preavviso. La nave di sabbia si riempie di nomi. Imbarca solo chi non ha più nulla da perdere. Le frontiere galleggiano sulla sabbia e non lasciano scia.
Gli ammiragli e i generali in pensione preparano indovinelli tra un’oasi e l’altra. I cartelli marini segnalano le miglia che rimangono per approdare. La vernice con le cifre si rinnova da sola dopo ogni tramonto. Le luci del faro cambiano direzione per imbrogliare i trafficanti di armi. I guardiani del faro smontano ogni luna nuova. Sono della stessa famiglia di artisti. I clandestini invece costruiscono capanne di cartone sul ponte. Fanno disegni coi pezzi di carbone scartati dalle caldaie. Non si trovano liste aggiornate di passeggeri da tramandare ai migranti. I cognomi cambiano ogni settimana e nessuno ne tiene conto. La nave di sabbia custodisce i segreti.
Non ha il timone e non usa lo scandaglio. Naviga a vista bordeggiando la costa ancora lontana. Le zattere dei naufraghi salutano da lontano con le camicie a fiori in mano. I documenti dei passeggeri sono appena scaduti. Quelli nuovi si fabbricano sul posto e si comprano a metà prezzo. Il deserto si sposta secondo le urgenze. La nave di sabbia non teme la bonaccia e neppure le tempeste. I turisti sono pochi e tutti stranieri. Fanno vita a parte e si vedono poco durante il giorno. Mandano cartoline agli amici rimasti a casa. Nessuno li invita a scendere sottocoperta. I mozzi si danno il cambio per svegliare l’aurora. Poi sono liberi di fare i trapezisti sulle corde interrotte a metà. Le pulizie si fanno di sabato assieme al bucato. La nave di sabbia naviga controcorrente.
Si accontenta di una bussola comprata dal rigattiere. Prende in prestito le stelle e rimborsa sempre gli interessi. Gli esploratori sono i benvenuti. A bordo si vende di tutto. Frutta e verdura sono di giornata. L’acqua viene razionata secondo l’età dei viaggiatori e non si può barattare. Dall’albero maestro la vedetta scruta l’orizzonte. Quando l’aria si bagna di sale i marinai sanno che il mare non è lontano. Toccata la riva la nave di sabbia incomincia il viaggio di ritorno.
Niamey, luglio 2014