I profughi eritrei che arrivano a Milano possono pagare fino a mille euro per reperire i documenti falsi e il passaggio necessario per arrivare nelle città del Nord Europa, le vere mete del loro viaggio della speranza. Lo rivela un mediatore culturale che vuole mantenere l’anonimato. “Si tratta di un business che – spiega – dura da decenni”. I passeur si danno appuntamento attorno ai presidi di primo soccorso, nati per accogliere i profughi appena arrivati. Intanto a Porta Venezia c’è il camper dei medici volontari italiani che denunciano le difficoltà di visitare persone ‘senza identità’. “Questo – dicono i sanitari – potrebbe portare a una vera e propria emergenza. L’attività di controllo è resa difficile, visto che una persona potrebbe presentare un certificato che dice di non soffrire di tubercolosi, ma il documento potrebbe non essere suo” di Fabio Abati
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