Come nel 2008, quando il clan dei Casalesi fece strage di sei immigrati per il controllo dello spaccio di droga, tornano a infiammarsi le strade di Castel Volturno, nel Casertano. Decine di immigrati africani sono scesi in strada dopo il ferimento a colpi d’arma da fuoco di due ragazzi la cui nazionalità non è ancora stata identificata, scatenando una rivolta, con auto date alle fiamme e un appartamento incendiato. Gli aggressori sono stati fermati per tentato omicidio. Si tratta di Pasquale Cipriano di 60 anni, vigilante privato, e il figlio Cesare di 21 anni.
Numerosi i carabinieri e i poliziotti nel tardo pomeriggio di domenica 13 luglio sono intervenuti sul posto, poi, fortunatamente, dopo un paio d’ore la situazione è tornata alla calma. Il duplice ferimento è avvenuto a Pescopagano, zona dove convivono non senza difficoltà la comunità italiana e una folta comunità africana, due immigrati sono stati gambizzati e ricoverati non in pericolo di vita presso la clinica Pineta Grande di Castel Volturno
Le indagini sono condotte congiuntamente dai carabinieri della Compagnia di Mondragone e dai poliziotti del Commissariato di Castel Volturno con il coordinamento della Squadra Mobile di Caserta. Sulla dinamica e sul movente dell’agguato non è ancora stata fatta piena luce. Cesare Cipriano ha raccontato agli investigatori che il padre si sarebbe avvicinato ai due immigrati perché i due stavano portando un pacco, e avrebbe chiesto loro se l’avessero rubato: ne è nato un litigio. L’uomo, a quel punto, è intervenuto in difesa del genitore sparando ai due alle gambe. Una ricostruzione che però non è stata confermata dai feriti. Sembra inoltre che il 60enne conoscesse i due ragazzi, con i quali in passato aveva avuto dei litigi.
Pasquale Cipriano ha numerosi precedenti penali mentre il figlio è incensurato; uno dei fratelli del 60enne inoltre ha precedenti per associazione camorristica. Non sono ancora stati identificati intanto i due africani colpiti. Dai primi accertamenti delle forze dell’ordine sembrava fossero nigeriani, quindi è emersa la loro origine ivoriana ma entrambi hanno affermato di essere ghanesi.
Il fatto, riaccendendo forse vecchi rancori, ha scatenato la reazione rabbiosa degli amici delle due vittime che sono scesi in strada dando fuoco a 4 autovetture e un furgone; in uno dei mezzi è anche esplosa una bombola del gas. E’ stato inoltre danneggiato dalle fiamme il primo piano di una villetta a schiera, adiacente all’abitazione dell’aggressore, vero obiettivo degli manifestanti. Gli investigatori stanno lavorando per identificare gli autori della rivolta.
Le scene di domenica hanno portato alla memoria la rivolta scoppiata all’indomani della strage dei sei immigrati africani (il 18 settembre del 2008, ndr) da parte dell’ala stragista dei Casalesi guidata da Giuseppe Setola, quando decine di stranieri che chiedevano giustizia per i compagni uccisi misero a ferro e fuoco la Statale Domiziana. Per quella strage, Setola e gli altri killer sono stati condannati all’ergastolo con sentenza passata in giudicato.
Sulla rivolta di Castel Volturno è intervenuto anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano: “L’Italia è un Paese accogliente ma certo non può accogliere tutti”. Questa la risposta del titolare del Viminale data ad alcuni giornalisti a margine della Summer School di Sorrento. Il numero uno del Nuovo centrodestra ha assicurato che chiamerà il prefetto e i vertici delle forze dell’ordine. ”Contatterò anche i sindaci per ragionare insieme sul da farsi. E’ chiaro che quando c’è uno sbilanciamento – ha proseguito – tra persone straniere e cittadini italiani si creano momenti di tensione”.
Anche il sindaco della città casertana, Dimitri Russo, è intervenuto sui gravi fatti che sono avvenuti: “In un territorio così vasto come Castel Volturno le forze dell’ordine non hanno alcun potere di controllo, come si è visto ieri sera, perché sono in numero troppo esiguo. Qui non c’è alcuna percezione dello Stato semplicemente perché lo Stato non c’è”. “Il fragile equilibrio – ha continuato il primo cittadino – tra italiani e immigrati a Castel Volturno si sta spezzando. Qui c’è una bomba sociale pronta ad esplodere”.