Il Partito democratico risponde ai dieci punti di mediazione del Movimento 5 stelle: aprono ai tempi veloci per la modifica del sistema di voto e chiedono una riflessione seria sul tema immunità. A proposito del Senato: "Siamo d'accordo su tutto tranne che sull'elettività"
La riforma della legge elettorale entro il 2014 e una riflessione “seria” sull’immunità. Continua la prova d’intesa tra Partito democratico e Movimento 5 stelle e arriva la seconda lettera della delegazione democratica in risposta ai dieci punti di mediazione dei 5 stelle. Un testo “molto interessante”, commenta Matteo Renzi. “Vorremmo valutare la risposta per le cose che scrivete qui, non per gli insulti che ogni giorno alcuni di noi subiscono da vostri dirigenti. Noi vogliamo incoraggiare quella parte di voi che ha desiderio di confrontarsi per il bene del Paese sulle regole. Quindi, noi ci siamo“. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, alla guida della delegazione M5s per le riforme risponde su Twitter: “Domani avranno una risposta”.
Solo poche ore prima Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sul blog lo avevano attaccato per la sua lentezza e avevano provato a lanciare un ultimatum: “Bradipo hai 24 ore“. A un giorno di distanza, arriva la risposta. “Siamo d’accordo”, scrive il Pd, “nell’incontrarci di nuovo e vi diamo la disponibilità per le giornate di giovedì 17 o venerdì 18 luglio. Va bene presso la Camera, va bene in streaming, fateci sapere”. E ai grillini che chiedono un nuovo testo in 100 giorni, il leader Pd rilancia con i suoi tempi: “La legge elettorale per noi va approvata il prima possibile. Dunque, ragionevolmente, prima dell’entrata in vigore della riforma costituzionale. Dovendo azzardare dei tempi potremmo dire che entro il 2014 si approva definitivamente la legge elettorale. Nel 2015 si approverà definitivamente la riforma costituzionale per poi procedere all’eventuale referendum. Non dipende solo da noi”.
Abbiamo letto la lettera del Pd. Domani riceveranno una risposta.
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) July 14, 2014
Il presidente del Consiglio apre anche su una riflessione a proposito dello scudo ai parlamentari. “La vostra posizione sull’immunità è molto seria. Siamo pronti a discuterne, anche con gli altri partiti. Come sapete noi non guardiamo in faccia a nessuno e abbiamo votato per l’arresto anche di nostri colleghi. Voi ci assicurate che per qualsiasi procedimento già in corso contro parlamentari del Movimento Cinque Stelle rinuncerete all’immunità? Per noi è molto importante capire se su questo tema fate sul serio o no”. Per quanto riguarda invece la riforma del Senato, secondo Renzi i punti d’accordo tra i due gruppi sono molti. Tanto che il presidente del Consiglio risponde con ironia: “Ci pare che l’unico punto di discussione sul Senato verta sul fatto che la vostra richiesta è di scegliere i 74 consiglieri regionali che siederanno anche in Senato con l’elezione di primo livello anziché con l’elezione di secondo livello. La riforma costituzionale sarà anche un attentato alla democrazia ma rischia di vedervi d’accordo su quasi tutti i punti”.
I democratici applaudono all’apertura sul ballottaggio e chiedono conferme sul tema della governabilità: “perché la maggioranza non sia in balia di un raffreddore”. “Scrivete”, dice il Pd, “che siete disponibili a un ballottaggio e ci pare che questo argomento sia molto importante. Voi volete assicurare un premio che arrivi al massimo al 52%. Nell’Italicum il massimo è al 55%. Nella legge elettorale dei sindaci è il 60%. Come vedete si tratta di discutere delle soglie, ma se accettate il principio per cui un vincitore ci vuole sempre è un grande passo in avanti. Non sottovalutiamo un passaggio delicato della vostra lettera: noi abbiamo proposto il premio di maggioranza alla coalizione, voi volete lasciarlo solo alla lista vincente. La vostra è una posizione legittima, che rafforza il bipartitismo a scapito del bipolarismo”. E non si risparmiano un attacco: “Potrebbe sorgere qui una curiosità intellettuale: perché il vostro premio di maggioranza al 52% è democratico; il nostro al 55% è incostituzionale autoritario e antidemocratico; quello dei sindaci al 60% ritorna democratico? Ma sono curiosità che sicuramente ci chiarirete nel corso del nostro incontro”.
Il dibattito sul premio di maggioranza, secondo i democratici resta il tema fondamentale. “E’ condizione di governabilità. Se ci sono solo cinque parlamentari di differenza tra maggioranza e opposizione, la tenuta quotidiana della maggioranza parlamentare dipenderà dal raffreddore degli eletti: non possiamo accettare una maggioranza che sia in balia dell’aspirina (o, se la citazione vi ricorda qualcuno, dal Maalox). Se accadrà che qualcuno cambia schieramento – argomento che notoriamente vi sta molto a cuore visto il dibattito che ha suscitato nella rete tra di voi il tema delle espulsioni – la maggioranza dovrà andare a casa e la volontà degli elettori sarà frustrata. Ecco perché vogliamo un premio di maggioranza più consistente di un misero 2%. Ma il fatto che abbiate accolto il principio è una novità importante. Discuteremo insieme del quantum e porremo la vostra considerazione anche agli altri partiti”. Tra le altre anche la replica sul punto riguardante i collegi: “Prendiamo atto della vostra disponibilità. La vostra proposta di legge rischiava di trasformare la scheda elettorale in un lenzuolo. Molto bene così”, si legge.