Sulla presenza di Confcommercio in questo gruppo, ripetiamo qui la stessa critica che abbiamo fatto quando abbiamo analizzato la legge regionale “no slot”, subito dopo la sua pubblicazione: fossimo stati noi il legislatore, avremmo voluto che fossero tenuti distinti, e rappresentati in sedi diverse (non allo stesso tavolo), gli interessi di chi dal gioco d’azzardo trae dei guadagni, e le esigenze dei pazienti, delle persone a rischio-dipendenza e delle loro famiglie. Marcello Fiore è a capo di Fipe (federazione italiana pubblici esercenti), un’associazione di categoria cui aderiscono anche molti dei gestori di locali che alle slot non intendono rinunciare.
Notiamo tra l’altro che i rappresentanti della filiera delle slot riescono in ogni caso a stracciarsi le vesti per essere stati esclusi dal gruppo sul Gap.
Provando a tirare le fila del discorso, crediamo che sui primi mesi di vita di questo gruppo si possano fare due considerazioni.
Per ciò che concerne la rappresentanza degli operatori del settore dell’assistenza e della prevenzione, l’organismo poteva essere più pluralista? Al suo interno ci sono tre iscritti a FeDerSerD: Edoardo Cozzolino, nominato in qualità di diretto rappresentante dell’associazione (l’altra associazione rappresentata è No slot, con Simone Feder), e poi Alfio Lucchini e Vincenzo Marino, che nel gruppo hanno il ruolo di dirigenti Asl, e non quello di rappresentanti FeDerSerD. Questa situazione riflette gli equilibri tra gli operatori del settore, o poteva esserci spazio per altre realtà? Davvero l’interrogativo è tutt’altro che retorico, dal momento che FeDerSerD è l’associazione di operatori con il maggior numero di iscritti.
Ma la questione più importante pensiamo sia un’altra. Abbiamo parlato di FeDerSerD, perché è stata FeDerSerD a creare e mettere in pratica un servizio di assistenza, Giocoresponsabile, che coinvolge le concessionarie di giochi d’azzardo Lottomatica e Sisal. Il nostro interrogativo è se il tipo di assistenza di cui FeDerSerD si è fatta promotrice sia quello che fa realmente ed esclusivamente l’interesse dei pazienti, e lo fa nel modo migliore possibile. E, di conseguenza, se sia opportuno e giusto riproporre quel tipo di esperienza, nata a livello nazionale, anche nel contesto più ristretto di un organismo che dovrebbe avere un ruolo nel decidere le politiche assistenziali messe a punto dalla regione Lombardia.
Ribadiamo che già in merito alla prima parte di questo post, Alfio Lucchini aveva così precisato:
Dopo aver letto la prima parte di questo post, Alfio Lucchini ci ha contattati telefonicamente. Egli reputa decisamente eccessiva l’attenzione riservata alla sua persona nell’articolo e ravvisa un nostro accanimento del tutto ingiustificato verso FeDerSerD, associazione della quale è stato presidente sino allo scorso anno. Tiene inoltre a precisare che quest’ultima è la federazione che raggruppa il maggior numero di operatori del settore, dunque risulta del tutto normale che vi sia una elevata probabilità che un operatore eletto o nominato in un organismo quale il gruppo di lavoro sul GAP in Regione Lombardia sia anche un membro di FeDerSerD. Aggiunge infine di aver partecipato alla prima riunione di tale gruppo, perché invitato. E’ abbastanza usuale d’altronde che siano presenti anche sostituti, se lo ritengono.
Propone quindi di incontrarci, per confrontare i rispettivi punti di vista.
Confidando di aver correttamente sintetizzato il contenuto della sua telefonata, siamo disponibili a pubblicare una eventuale replica scritta, qualora Alfio Lucchini desideri farcela pervenire.