Nei giorni 7-10 agosto prossimo 32.000 scout e guide italiane svolgeranno la loro route nazionale su un’esile striscia di terreno della Tenuta di San Rossore, cuore e parte ambientalmente più pregiata del Parco regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. Qualche numero. Diecimila tende. Tre palchi, uno con muri di 12 metri, fari e altoparlanti sui pini. Un magazzino alimentare. Una tensopagoda da 500 posti. Millequattrocento bagni chimici da vuotare due volte al giorno tramite autobotti. Settecentocinquanta docce e 750 lavabi con rete di distribuzione idrica fornita dall’acquedotto comunale (405 mila litri all’ora).

Il fatto non è passato inosservato e chi ha a cuore le sorti della natura si è mosso. In aprile è stato lanciato un appello diretto alla direzione del parco e firmato da quattrocento tra cittadini, studiosi, personalità del mondo della cultura, della scienza e dell’ambientalismo fra i quali Salvatore Settis, Franco Pedrotti, Luigi Piccioni, Fulco Pratesi, appello che ha biasimato la scelta. In maggio un altro appello è stato rivolto all’Unesco affinché intervenisse a tutela dell’area poiché il parco naturale di Migliarino-S.Rossore-Massaciuccoli è inserito tra le riserve della Biosfera, riconoscendolo come patrimonio mondiale della salvaguardia ambientale con il nome di Selva Pisana.

Tutto senza esito. Perché formalmente le cose sono a posto. La conferenza di servizi si è pronunciata in senso favorevole. Non voglio qui polemizzare: l’Italia continua ad essere distrutta con conferenze di servizi concluse in senso positivo e valutazioni di impatto ambientale altrettanto favorevoli.

Non voglio neanche prendermela con quella Regione Toscana che si è dichiarata entusiasta dell’iniziativa. “E’ questa una gran bella notizia per la Toscana – ha commentato il presidente Rossi – perché essere stati scelti in Italia per poter ospitare un numero così alto di giovani ci riempie di orgoglio e di soddisfazione. Abbiamo dato quindi volentieri la nostra disponibilità per tanti motivi. Ospitare 30mila giovani sarà una sfida positiva”. Criticare la Regione sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.

Penso piuttosto proprio agli scout, che hanno concepito questa iniziativa. I Presidenti del Comitato nazionale hanno dichiarato: “Il nostro ringraziamento va alla Regione Toscana, per aver raccolto questa sfida. E’ importante sapere che le istituzioni ci invogliano e ci permettono di ragionare su nuovi percorsi. La nostra gratitudine è forte. L’entusiasmo dei ragazzi che hanno risposto in maniera straordinaria alla Route del 2014, è una grande risorsa”.

La chiamano “sfida” . Ma che sfida è quella di radunare migliaia di persone all’interno di un’area ambientalmente sensibile? Chissà perché a me queste sfide proprio non piacciono. Mi ricordano le sfide di coloro che oggi dicono che le aree protette debbono produrre reddito. La vera sfida non sarebbe forse quella di rispettare la natura in un’epoca in cui essa è sempre più umiliata, usata, degradata? Non sarebbe quella di sentirsene parte integrante? Poi penso al fatto che l’Agesci è di ispirazione cattolica. “Per l’Agesci la route è anche un cammino di fede, un cammino che sarà ritmato dalla lettura e dall’incontro con il libro dell’Apocalisse, con il Dio che si rivela”. Il Dio dei cattolici è il Dio dell’uomo che è superiore alla natura, che la usa ai propri fini. Ed allora capisco.

 

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