Cinque arresti tra gli operatori del centro "Casa di Alice". Le telecamere nascoste dei Carabinieri hanno rivelato che i ragazzi venivano maltrattati e rinchiusi
Bambini e ragazzi autistici fra gli 8 e 20 anni picchiati e sequestrati in una ‘stanza di contenimento’ nella ‘Casa di Alice di Grottammare’ ad Ascoli Piceno. Cinque educatori della struttura socio educativa e riabilitativa sono stati arrestati in un’operazione condotta dai Carabinieri di San Benedetto del Tronto: nella casa i ragazzi venivano denudati e rinchiusi in una stanza buia e stretta, dove erano anche costretti a fare pipì, o spintonati e sgridati.
L’inchiesta, coordinata dal pm Domenico Seccia e condotta dal Nucleo Operativo Regionale guidato dal tenente Mario Loiacono, ha permesso anche grazie alle riprese girate di nascosto di documentare numerosissimi episodi di aggressione fisica e psicologica (spintoni, schiaffi, strette al corpo, minacce gestuali) ai danni dei giovani disabili, e l’impiego sistematico della ‘Stanza Azzurra’. Si chiamava così il luogo usato come strumento per reprimere o “punire” la vivacità dei ragazzi. In realtà, hanno spiegato il pm e i carabinieri nel corso di una conferenza stampa, nei disabili c’era una “totale assenza di comportamenti violenti o di azioni che giustificassero il loro contenimento, anche per svariate ore, all’interno di quell’ambiente, talvolta denudati dagli educatori e costretti a urinarsi addosso”.
In manette per le ipotesi di reato di maltrattamenti e sequestro di persona sono finiti Roberto Colucci, 47 anni, coordinatore presso il centro, e gli operatori Rossana Raponi, 53 anni, Maria Romana Bastiani, 46, Susan Ciaccioni, 43, Luciana D’Amario, 53 anni. La casa di Alice di Grottammare è stata trasferita nella cittadina balneare da San Benedetto del Tronto nel 2004. E’ un centro diurno che accoglie ragazzi, fra gli 8 e i 20 anni, provenienti anche dai comuni limitrofi. All’epoca venne presentata come il fiore all’occhiello di un progetto sperimentale che tendeva “attraverso interventi educativi comportamentali, a migliorare il rapporto dei ragazzi autistici con la realtà esterna”, in collaborazione con un neuropsichiatra infantile, una psicologa e una psicopedagogista.