Dopo poche ore di cessate-il-fuoco, sono ripresi i bombardamenti israeliani sulla striscia di Gaza. In serata il si riunirà il gabinetto di sicurezza israeliano per discutere della risposta al fallimento della proposta di cessate il fuoco avanzata dall’Egitto. La fragilissima tregua propiziata nella giornata di ieri dal Cairo non ha retto. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha dato a Hamas e alla Jihad islamica la responsabilità di aver respinto la proposta egiziana per la pace e, in seguito ai ripetuti lanci di razzi odierni, ha ordinato alle forze armate “di agire con forza contro obiettivi terroristici a Gaza”. Lo ha reso noto la tv di Stato. L’emittente ha aggiunto che Netanyahu preferisce ancora “una soluzione diplomatica” che renda possibile la smilitarizzazione della Striscia di Gaza, “ma di fronte al lancio verso Israele di 40 razzi in poche ore non ha potuto attendere oltre”, ha affermato una commentatrice della emittente, che riferiva il pensiero di un’alta fonte governativa. Nel pomeriggio l’annuncio di Netanyahu: Israele “non ha altra scelta” che rispondere con maggiore forza agli attacchi di Hamas. Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, nel discorso trasmesso dalla televisione del suo Paese in cui ha annunciato che l’esercito userà “grande forza” contro i militanti. Ora “Israele vada fino in fondo. Dobbiamo mettere termine alla operazione quando Tzahal (le forze armate israeliane, ndr) avrà controllato la striscia di Gaza”, ha detto il ministro degli esteri Avigdor Lieberman.
C’è la prima vittima israeliana, due morti palestinesi
Dalla ripresa dei bombardamenti due palestinesi sono rimasti uccisi nella Striscia di Gaza. Contemporaneamente un civile israeliano è rimasto ucciso al valico di Erez (fra Israele e Gaza) da un colpo di mortaio sparato dalla Striscia. Lo annuncia radio Gerusalemme. E’ la prima vittima israeliana nel conflitto in corso con Hamas. Diverse città israeliane sono intanto sotto attacco dei razzi palestinesi. Ad Ashqelon un edificio è stato centrato da un razzo. Le Brigate al-Qassam, hanno rivendicato il lancio di tre razzi contro il valico.
Tregua: il sì di Israele, il rifiuto di Hamas
Il conflitto è iniziato otto giorni fa e fino a questo momento conta 195 palestinesi rimasti uccisi e circa 1400 feriti. Il governo israeliano aveva deciso di accettare l’iniziativa egiziana per un cessate il fuoco. Hamas, invece, ha respinto con forza l’idea: “Se il contenuto di questa proposta è quel che sembra, si tratterebbe di una resa e noi la rigettiamo senza appello – hanno fatto sapere in mattinata le Brigate Al Qassam in un comunicato – la nostra battaglia contro il nemico si intensificherà”. Con un provvedimento a sorpresa, Hamas ha anche deciso di impedire da oggi il transito fra Gaza ed Israele attraverso il valico di Erez. La misura, afferma un comunicato, riguarda anche i giornalisti stranieri, nonchè i malati palestinesi che progettavano oggi di sottoporsi a cure in Israele. Una parte della dirigenza, tuttavia – scrive il quotidiano Haaretz – sta portando avanti le trattative con l’Egitto e un comunicato ufficiale è atteso per il pomeriggio.
La proposta dell’Egitto
La proposta di tregua avanzata dall’Egitto di al Sisi prevede lo stop ai combattimenti, l’avvio di colloqui indiretti tra le parti e l’apertura dei valichi della Striscia. I ministri degli Esteri dei paesi della Lega Araba avevano invitato “tutte le parti” ad accettare la proposta egiziana. I ministri – si legge in una nota ufficiale diffusa da al-Arabiya al termine di un summit al Cairo – “chiedono che tutte le parti coinvolte accettino l’iniziativa egiziana e rispettino le sue condizioni”. Il Consiglio di difesa del governo israeliano ha votato in mattinata per la tregua. Contrari il ministro degli esteri Avigdor Lieberman e il ministro per l’economia Naftali Bennet. A favore hanno invece votato il premier Benyamin Netanyahu nonchè Moshe Yaalon (difesa), Tzipi Livni (giustizia), Yair Lapid (finanze), Yitzhak Aharonovic (sicurezza interna) e Ghilad Erdan (comunicazioni).
Il lancio di razzi su Israele non si è fermato
Per tutta la mattina lo stato di allarme è rimasto elevato nel Sud di Israele. Le sirene hanno risuonato ad Ashqelon e in altre località vicine alla striscia di Gaza, mentre da Gaza proseguono sporadici lanci di razzi: 47 solo questa mattina, secondo l’esercito israeliano. “In accordo con le direttive ricevute dal governo, le forze armate israeliane sospendono adesso il fuoco – ha reso noto un portavoce militare israeliano – restiamo comunque in stato di allerta, e di massima preparazione sia difensiva che offensiva. Se l’organizzazione terroristica di Hamas sparerà contro Israele, reagiremo”.
Turchia: “Da Israele terrorismo di Stato”
La Turchia, invece, getta benzina sul fuoco. Il primo ministro Recep Tayyip Erdpgan, che è in piena campagna elettorale, ha accusato Israele di “terrorismo di Stato” in seguito ai raid aerei sulla Striscia di Gaza e di fare un “massacro” tra gli abitanti palestinesi. “Fino a quando il mondo continuerà a rimanere in silenzio su questo terrorismo di Stato?”, si è chiesto Erdogan durante il suo discorso settimanale davanti ai membri del su partito Giustizia e Libertà (Akp). Erdogan ha escluso qualsiasi normalizzazione delle relazioni della Turchia con lo Stato ebraico. E ha attaccato: i deputati della Knesset, il parlamento israeliano, hanno la “mentalità di Hitler”, ha detto il premier di Ankara.
Diplomazie, il ministro Mogherini in Israele
Anche l’Italia tenta di fare la sua parte. “In Israele. Iniziata la visita dal centro Peres per la pace. Ora verso Ashdod, colpita dai razzi di Gaza. Stasera a Ramallah con Abbas”, scrive su twitter la ministra degli Esteri Federica Mogherini dal suo viaggio in Medioriente in cui incontrerà il primo ministro israeliano Netanyahu e il presidente palestinese Abbas.