Ci sono i provocatori. È un mestiere, a chi piace. Quelli che portano le cose al limite estremo della sopportazione, per poi – compiaciuti – vederti sbottare di rabbia. E la rabbia degli altri è il loro obiettivo, è il passatempo preferito, quel rivestirsi di liberalesimo peloso, che ti fa pencolare dall’estrema destra sino al dress code crocerossina per salvare il quotidiano ‘fondato da Antonio Gramsci’. Certo, se la storia dell’Unità deve finire col botto, sarebbe davvero ingeneroso non accettare l’irresistibile offerta di Paoletta (Ferrari) e Danielona (Garnero in Santanchè), due sincere democratiche che hanno presentato ufficialmente il loro piano per il salvataggio (economico) del giornale.
Intanto vi voglio dire di Paoletta, che ho conosciuto un secolo fa a Milano, quando scriveva per l’Intrepido. Negli anni romani, la signora De Benedetti, si faceva accompagnare a Saxa Rubra dall’autista fin sotto l’ingresso della palazzina del Tg2. Se il cielo minacciava pioggia e qualche goccia magari cadeva – dalla macchina alla pensilina della redazione correvano sì e no 18 mm. di aria aperta – l’impavido chauffeur si lanciava comunque a ombrello sguainato a riparare il cranio della signora a cui anche una sola, timida, goccia avrebbe potuto produrre un inestricabile garbuglio tricologico. Quanto alla vita della Paoletta, agli affetti, alla sua sincera e appassionata disposizione politica per la sinistra, vi rimando a un’imperdibile intervista della medesima a Cesare Lanza per Capital.
Danielona invece la conoscete bene anche voi, inutile vi aggiunga troppo. Ha un’esigenza disperata di prima fila, che colma ora con una superborsa firmata (Pascale dixit), ora con il tentativo di mettere la zampa nello stagno avverso, mostrando al mondo intero la parte intellettualmente più vocata di sé. È un destino amaro in fondo quello della sinistra o comunque di quel che ne resta. Della destra nessuno si vuole mai accattare nulla, perché non c’è storia, né profondità, né passioni condivise. Nulla. Sentito qualcuno che fa la fila per comprarsi Libero o Il Giornale“? Macchè. Invece, i destri con un po’ di soldi da buttare si contendono un giornale agonizzante come l’Unità. Da non credere. Accadde già per gli Angelucci, quelli delle cliniche, i quali vennero respinti con perdite e allora dirottarono il loro interesse sul Riformista, accade oggi con le nostre caserecce Thelma e Louise.
La morale è che con il mondo della sinistra un po’ ti salvi l’anima, se è vero, come sosteneva Galli della Loggia, che il mondo della destra è solo battutismo da bar e dunque c’è la necessità di affrancarsi e semmai di evolversi un po’ e allora cosa meglio di un giornale carico di storia, presidio incontestabile della democrazia negli anni difficili, la cui proprietà esibire alle amiche nei salotti del sabato sera?
Sì, se fossi io il Cdr dell’Unità ci penserei seriamente all’offerta di Daniela e Paola.