Un funzionario della Tesoreria della Banca d’Italia, in servizio prima a Modena poi a Bologna, è indagato per peculato in una indagine della Guardia di Finanza di Modena. Per l’accusa, per oltre un decennio si è appropriato indebitamente di fondi pubblici per oltre 3,27 milioni di euro. L’indagine, coordinata dal pm Katia Marino della Procura modenese, è nata da una segnalazione di operazione sospetta e da un esposto della stessa Banca d’Italia, che ha collaborato poi con gli inquirenti. Perquisito, il dipendente infedele ha ammesso le proprie responsabilità. E’ stato destituito dal servizio.

L’uomo, spiega la Finanza, ricopriva una funzione rilevante nell’organigramma della Banca, dove era preposto al comparto di Sezione Tesoreria Provinciale dello Stato, e deteneva le relative abilitazioni ad operare disponendo direttamente di fondi pubblici. Ingegnoso lo stratagemma messo in luce dall’accusa. Il funzionario avrebbe emesso falsi ordini di bonifico (i così detti ‘Sop, speciali ordini di pagamento’) fittiziamente emessi dall’Agenzia delle Entrate ed altrettanto fittiziamente muniti del visto della Ragioneria dello Stato. Tutti avevano causali verosimili (ad esempio, “pagamento sentenza definitiva commissione tributaria di Bologna”) ma erano in realtà fasulli. I Sop risultavano emessi in favore di beneficiari esistenti ma ‘ignari’ e senza crediti con l’Erario. Il funzionario poi si faceva validare dal proprio superiore l’operazione truffaldina, ma quando dava esecuzione al trasferimento di denaro sostituiva l’iban di accredito col proprio.

Venti le operazioni individuate, dal 2002 al 2014. Dalle prime operazioni per qualche decina di migliaia di euro, si è arrivati alle più cospicue, per svariate centinaia di migliaia. L’ultima, a febbraio, era di 336 mila euro. Le somme distratte venivano prelevate in contanti o trasferite con assegni o bonifici a moglie e figli, indagati per riciclaggio. Nell’inchiesta sono stati sequestrati oltre 480.000 euro, orologi di valore, tre auto auto ed una quota di un immobile per circa 80.000 euro. Sottoposti a sequestro anche lo stipendio le le eventuale pensione, nei limiti consentiti dalla legge.

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