Quaranta giorni fa Il Fatto quotidiano lanciava l’appello “Contro i ladri di democrazia e il Parlamento dei nominati, per riforme che facciano contare i cittadini”. La risposta dei lettori e degli amici del Fatto è stata travolgente: 250mila firme in poco più di un mese, prestigiose adesioni di giuristi, intellettuali, artisti ed esponenti della società civile. Fra le tante, ci ha commosso quella di un grande regista del cinema italiano, Ermanno Olmi, che ci ha scritto: C’è un articolo che non è stato scritto alle origini della nostra Costituzione: non per dimenticanza, ma perché era già radicato in ciascuno dei padri costituenti. Costoro avevano l’onestà come primo comandamento. E con quel puntiglio hanno scritto tutti gli altri articoli. Oggi è sceso il buio della indifferenza e della rinuncia alla propria dignità. Solo pochi sentono il dovere di tenere acceso il lumicino di una coscienza civile. Abbiamo appena trascorsa tutta l’estate con la riforma del Senato e per tutte le altre riforme che si faccia almeno in modo di tener presente una raccomandazione di Albert Camus: “Perché un pensiero cambi il mondo, bisogna prima che cambi la vita di colui che l’esprime. Che cambi in esempio”.
Intorno alla nostra petizione si è raccolta una vasta e vivace comunità di cittadini informati, consapevoli e ansiosi di partecipare attivamente alla vita pubblica, di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e di dire la loro su un vero processo riformatore, senza rassegnarsi ai patti occulti e ai disegni oscuri di chi vuole espropriarci dei nostri diritti devastando i principi democratici irrinunciabili della nostra Costituzione. La nostra voce si è fatta sentire, eccome, nei palazzi della politica. Ha dato forza e coraggio ai parlamentari di maggioranza e di opposizione che contestano questa svolta autoritaria, ha costretto i controriformatori alla retromarcia su alcune delle norme più vergognose (come l’innalzamento delle firme per i referendum da 500 a 800 mila), ha tenuto aperto il dibattito sulla porcata del “Senato dei nominati” che persino il relatore Calderoli ha ribattezzato “una merdina”, rinviando la resa dei conti al successivo passaggio a Montecitorio.
Intanto l’altra clausola del Patto del Nazareno Renzi-Berlusconi, quella che perpetua le liste bloccate del Porcellum per una nuova “Camera dei nominati”, ha subito tali e tante contestazioni da indurre gli stessi contraenti ad annunciare qualche ripensamento. Tutto questo dimostra che alzare la voce non è inutile, anzi: più siamo, più contiamo. Per questo invitiamo chi, complici magari le vacanze, non ha ancora firmato per aderire all’appello su ilfattoquotidiano.it e a passare parola fra parenti, amici e conoscenti. Dopo la festa del Fatto Quotidiano alla Versiliana (6-7 settembre), consegneremo le firme raccolte ai presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio perchè facciano tesoro del contributo di tanti cittadini.
Grazie a tutti
Antonio Padellaro, Marco Travaglio, Peter Gomez e la redazione de Il Fatto Quotidiano
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LE CONTRORIFORME dell’Italicum e del Senato delle Autonomie, concordate dal governo con il pregiudicato Silvio Berlusconi e il plurimputato Denis Verdini,
– consentono a un pugno di capi-partito di continuare a nominarsi i deputati a propria immagine e somiglianza (con le liste bloccate per la Camera), addirittura aboliscono l’elezione dei senatori (scelti dalle Regioni fra consiglieri e sindaci, ridotti a un ruolo decorativo e per giunta blindati con l’immunità-impunità) e tagliano fuori i partiti medio-piccoli (con soglie di sbarramento abnormi);
– trasformano il Parlamento nello zerbino di un premier-padrone, “uomo solo al comando” senza controlli né contrappesi, con una maggioranza spropositata che gli permette di scegliersi un presidente della Repubblica e di influenzare pesantemente la Corte costituzionale, il Csm, la magistratura e l’informazione televisiva e stampata;
– espropriano i cittadini dei residui strumenti di democrazia diretta: i referendum (non più 500mila, ma addirittura 800mila firme) e le leggi di iniziativa popolare (non più 50mila, ma addirittura 250mila firme).
DICIAMO NO ALLA SVOLTA AUTORITARIA, come i migliori costituzionalisti italiani hanno definito il combinato disposto delle due controriforme, ispirate – consapevolmente o meno – al “Piano di Rinascita Democratica” della loggia P2 di Licio Gelli.
DICIAMO SI’ A UNA DEMOCRAZIA PARTECIPATA e vi chiediamo di sostenere solo riforme istituzionali che rispettino lo spirito dei Padri Costituenti del 1946-48: restituendo ai cittadini il diritto di scegliersi i parlamentari e coinvolgendoli nella cosa pubblica; tutelando le minoranze e le opposizioni; allargando gli spazi di partecipazione diretta alla formazione delle leggi; limitando l’immunità parlamentare alle opinioni espresse e ai voti dati e abolendo i privilegi impunitari in materia di arresti, intercettazioni e perquisizioni; combattendo i monopòli e i conflitti di interessi, specie nel mondo della televisione e della stampa; ampliando l’indipendenza e l’autonomia dei poteri di controllo, dalla magistratura all’informazione.
Antonio Padellaro, Marco Travaglio, Peter Gomez, la redazione del Fatto Quotidiano, Mario Almerighi, Stefano Belisari, Alessandro Bergonzoni, Gianni Boncompagni, Angelo Bonelli, Sandra Bonsanti, Francesco Barbagallo, Stefano Bonaga, Daniele Biacchessi, Aldo Busi, Lorenza Carlassare, Gian Carlo Caselli, Gabriele Corsi, Luisella Costamagna, Roberto D’Agostino, Renato De Maria, Alessandro Di Battista, Roberto Faenza, Giovanni Fasanella, Fedez, Sabrina Ferilli, Gianni Ferrara, Elda Ferri, Ficarra e Picone, Dario Fo, Elio, Carlo Freccero, Milena Gabanelli, Bruno Gambarotta, Carlo Federico Grosso, Alessandro Gassman, Veronica Gentili, Luca Guadagnino, Leo Gullotta, Roberto Herlitzka, Enzo Iacchetti, Antonio Ingroia, Anna Kanakis, F. Sylos Labini, Raniero La Valle, Valentina Lodovini, Carlo Lucarelli, Daniele Luttazzi, Maurizio Maggiani, G. Maggiani Chelli, Fiorella Mannoia, Maria Stella Manzini, Ivano Marescotti, Tomaso Montanari, Roberta De Monticelli, Antonio Morabito, Laura Morante, Milly Moratti, Vincenzo Morelli, Achille Occhetto, Piergiorgio Odifreddi, Moni Ovadia, Pancho Pardi, Alba Parietti, Gaetano Pecorella, Andrea Piccioli, Ottavia Piccolo, Francesca Reggiani, Andrea Rivera, Stefano Rodotà, Francesco Rosi, Renzo Rossellini, Elisabetta Rubini, C. Sabelli Fioretti, Adriano Sansa, Claudio Santamaria, Riccardo Scamarcio, Salvatore Settis, Vera Slepoj, Barbara Spinelli, Gino Strada, Rocco Tanica, Benedetta Tobagi, Gianni Vattimo, Dario Vergassola, Massimo Villone, Maurizio Viroli, Marco Vitale, Giampaolo Zancan, Luana Zanella e Tana de Zulueta.
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