Due operai della metropolitana di Mosca sono stati fermati nell’ambito dell’inchiesta sul deragliamento di un convoglio avvenuto martedì 15 luglio, che ha provocato la morte di 22 persone e il ferimento di oltre 160, di cui 146 ricoverate. Tra le vittime anche sei stranieri, tra cui due cinesi, due tagiki, un kirghizo e un moldavo. Lo rende noto Vladimir Markin, portavoce del comitato investigativo. I due capisquadra sono accusati di aver violato le norme di sicurezza sui trasporti, per aver fissato male uno scambio all’origine dell’incidente. Rispetto a ieri è anche aumentato il numero di morti. Subito dopo il deragliamento le autorità avevano riferito che le vittime erano 20, ma nelle ultime ore altre due persone hanno perso la vita. Paradossale la formula con cui il ministero delle emergenze di Mosca ha riportato la notizia: “Purtroppo, 22 persone hanno ricevuto ferite non compatibili con la vita“.
Tornando alle cause del disastro, il portavoce Markin ha spiegato che “il meccanismo dello scambio è stato fissato con del fil di ferro comune di 3 millimetri di diametro, cosa che ne ha causato la rottura provocando il deragliamento del treno dai binari”. E ha aggiunto che il numero dei sospetti potrebbe crescere. Invece di mandare il convoglio nella giusta direzione, lo scambio ne avrebbe ostacolato la corsa facendo uscire dal binario i primi tre vagoni. Mentre subito dopo l’incidente era stato ipotizzato un calo di tensione sulla linea.
Intanto per oggi nella capitale russa è stato proclamato il lutto cittadino. La linea interessata dall’incidente, quella blu (Arbatskaya), sarà riaperta entro la fine della giornata, ha assicurato il ministero della protezione civile. Lo schianto è avvenuto alle 8,39 russe, le 6,39 italiane, in una fascia oraria molto frequentata. I primi tre vagoni del treno sono usciti dalle rotaie e si sono intrecciati dentro a un tunnel della linea Arbatsko-Pokrovka, che porta in centro città. Il convoglio viaggiava a una velocità di 70 chilometri orari.