Le dimissione del tecnico riaprono i giochi per il titolo: senza il fattore C, la Vecchia Signora sente sul collo il fiato di Roma e Napoli, ma anche di Milan, Inter e Fiorentina
“Ora si riparte da zero”. Lo ha detto Andrea Agnelli e non vale solo per la Juventus, ma per tutto il campionato italiano. Le dimissioni a sorpresa di Antonio Conte sconvolgono gli equilibri della prossima Serie A. Dove a questo punto non ci saranno favoriti. La Juventus, campione d’Italia nelle ultime tre stagioni, “perde tanto”, come ha sottolineato Gianluigi Buffon. Roma e Napoli, le rivali dello scorso anno, come anche Milan e Inter, o l’arrembante Fiorentina di Montella, non aspettavano altro. Nel 2011, prima dell’inizio dell’era Conte, la Juventus era una società allo sbando, che veniva da due settimi posti consecutivi. Conte è arrivato e ha trasformato quella squadra in una formazione dominante, almeno in Italia. Gli stessi giocatori che prima apparivano mediocri e balbettanti, sono diventati ingranaggi puntuali di una perfetta macchina da guerra.
Anche la dirigenza, da quel momento, non ha sbagliato più una mossa. Un idillio finito ieri sera, in maniera burrascosa. Qualche scricchiolio, in realtà, si era già avuto a fine campionato scorso. Sulle cause della rottura (con tutta probabilità i dissidi sul mercato) si discuterà a lungo. Ma adesso è già tempo di guardare avanti, la Juventus non può permettersi di continuare a pensare a ciò che è stato. Negli ultimi tre anni, i bianconeri hanno fatto enormi passi avanti, hanno guadagnato identità e autostima. Sono anche arrivati giocatori di valore assoluto, come Carlos Tevez e Andrea Pirlo, Arturo Vidal e Paul Pogba (ma uno di questi due potrebbe partire). Difficile ipotizzare un tracollo tale da riportare la Juventus ai livelli di quattro anni fa. Ma ci sono tanti però, che preoccupano i tifosi bianconeri.
Conte per la Juventus era più di un semplice allenatore: per tutti la guida assoluta della squadra e il principale artefice dei successi recenti. Sostituirlo non sarà facile, non solo dal punto di vista tecnico. Il compito per il suo successore sarà durissimo: il favorito a questo punto è Allegri, che in giornata incontrerà la dirigenza. Ma il suo nome non scalda l’entusiasmo dei tifosi (anzi), e tantomeno quello di Pirlo (che lasciò il Milan proprio per i dissidi con il tecnico livornese). Le alternative sono Mancini e Mihajlovic. Comunque vada, la vicenda lascerà una traccia profonda su tutto l’ambiente. Per questo le rivali hanno davanti un’occasione clamorosa. La Roma l’anno scorso è stata a lungo vicina alla vetta: senza aver ancora speso un euro e comprato nessun grande giocatore, potrebbe già aver colmato il gap. Subito dietro, anche il Napoli pensa in grande: dopo un anno di rodaggio con Benitez, e con degli innesti importanti dal mercato (De Laurentiis sa che può essere l’anno giusto per investire) lo scudetto potrebbe essere possibile. Né bisogna dimenticare la Fiorentina, che, se dovesse confermare Cuadrado, con i recuperi di Rossi e Mario Gomez avrà a disposizione il miglior attacco del campionato. E tantomeno le milanesi. Inter e Milan fino a ieri sembravano lontane anni luce dalla Juve. Ora pure per loro il divario sembra meno ampio.
Non più, dunque, un’unica, grande favorita, la formazione da battere e probabilmente imbattibile. Ma una squadra che ha vinto gli ultimi tre titoli e oggi riparte da zero, con almeno altri due club attrezzati per il titolo e due nobili decadute che sognano di tornare grandi. L’Italia perde (almeno per il momento) il suo miglior allenatore. Ma, in fondo, il campionato ha tanto da guadagnare dall’addio di Conte: senza di lui, la prossima Serie A si annuncia come una delle più incerte e spettacolari degli ultimi anni. Una buona notizia per gli appassionati di tutta Italia, molto meno per i tifosi della Juventus.