Cronaca

Costa Concordia, Francia: “Non sappiamo l’itinerario”. Galletti: “Non accetto richiami”

Il ministro dell'Ambiente Ségolene Royal chiede chiarimenti su alcuni punti. Il collega italiano prima rassicura a voce poi consegna la documentazione. Intanto servirà un giorno in più per vedere il relitto salpare dal Giglio verso Genova

Ora non sono i “soliti” ambientalisti a dire di fare attenzione e che l’operazione è più delicata di quanto appaia negli ultimi giorni. Ora a sottolinearlo è la Francia che, attraverso il ministro dell’ambiente Segoléne Royal, manda a dire di non avere ancora ricevuto l’itinerario preciso che la prossima settimana (martedì 22, stando alle ultime notizie) dovrebbe compiere il relitto della Costa Concordia. D’altra parte, secondo quanto progettato da Costa Crociere d’accordo con le autorità italiane, quel che resta dell’enorme nave da crociera passerà a 30 chilometri dalle coste della Corsica che – come d’altra parte l’Arcipelago Toscano – su spiagge e mare puliti fonda buona parte della sua economia, soprattutto in queste settimane estive. La Royal chiede l’itinerario preciso e vigilanza su alcuni punti perché evidentemente non ce li ha. E le autorità italiane come rispondono? Il ministro Gian Luca Galletti dice che non accetta richiami da nessuno. Il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli aggiunge che “anche noi vorremmo la certezza che le navi francesi non naufraghino nei nostri mari”. Con la differenza che non si ha notizia al momento di una nave da crociera francese naufragata e adagiata su un’isola, come quella della Costa Crociere. 

Sègolène Royal è intervenuta nel dibattito dopo che ha espresso preoccupazioni il sindaco di Bastia, Gilles simoni. Il ministro francese, che ha anche corso per l’Eliseo (battuta da Nicolas Sarkozy) ha chiesto al prefetto marittimo del Mediterraneo e al ministro della Difesa di adottare tutte le precauzioni necessarie. In particolare il ministro vuole “vigilanza sui tre punti; fornirmi una prova scritta e incontestabile del pompaggio completo degli idrocarburi dai serbatoi” della Concordia; “fornire la prova di assenza di rischi legati ad altre sostanze pericolose” e “l’itinerario preciso del convoglio”. Perché, aggiunge Royal, “circolano molteplici informazioni sulla prossimità del passaggio al largo di Capo Corsica e auspico avere l’informazione esatta, visto che questa incertezza è inaccettabile”. Parigi ha anche disposto che una nave francese antinquinamento accompagni il convoglio della Concordia per tutto il tratto di mare in prossimità della Corsica. “Fin quando le prove di cui ho parlato non mi saranno comunicate – ha detto la Royal – autorizzare la partenza del Costa Concordia non mi pare pensabile. Sono sicura che il ministro sarà altrettanto attento nel preservare le coste francesi e le coste italiane da un inaccettabile oltraggio all’ambiente”.

Dopo una prima dichiarazione (“La Francia stia sicuro, noi saremo inflessibili”), Galletti a più riprese ha voluto rispondere alla collega transalpina: “In Francia per il trasferimento della Costa Concordia non possono essere più preoccupati di quanto lo siamo stati noi in questi mesi. Abbiamo fatto studi e ricerche, abbiamo dato prescrizioni molto restrittive alla Carnival, che è la responsabile del trasferimento. Non accetto che qualcuno possa richiamarmi ai doveri di controllare il nostro mare, perché questa è la nostra prima preoccupazione“. Tuttavia nel pomeriggio di oggi, dopo 24 ore di scambi a distanza e dopo un incontro chiarificatore a Milano (dov’era in corso una riunione tra ministri dell’Ambiente) la Royal twitta: “Ho ottenuto dal ministro dell’Ambiente italiano i documenti contenenti le misure di precauzione attuate relativamente allo spostamento della Costa Concordia”. 

Gabrielli aveva minimizzato: “Anche noi siamo gelosi dei nostri mari, come i cugini francesi – aveva affermato – Ma si sa che tra cugini ci sono frizioni, dunque sono convinto che tutto rientrerà. Dal nostro punto di vista non c’è nulla che possa suscitare preoccupazioni, anche perché tutte le risposte sono in una copiosissima documentazione che lo Stato ha prodotto, comprese centinaia di prescrizioni per Costa. Dunque sono convinto che tutto rientrerà”. Anche perché, ha concluso, “anche noi vorremmo la certezza che le navi francesi non naufraghino nei nostri mari”.

Intanto dovrà attendere almeno un giorno in più, l’isola del Giglio, per liberarsi per sempre dalla Concordia: i ritardi nelle operazioni tecniche e le previsioni meteo non proprio ottimali faranno molto probabilmente slittare la partenza a martedì. Dopo oltre 900 giorni con quel mostro a 300 metri dal porto, 24 ore in più sono un niente; ma in molti tra gli abitanti del Giglio cominciano a incrociare le dita augurandosi che davvero non vi siano ulteriori rinvii. Sono gli stessi tecnici, al quarto giorno di operazioni, ad ammettere che qualcosa non è andato come previsto: “Stiamo avendo delle difficoltà. Ed infatti abbiamo sempre ripetuto che è impossibile dare delle tempistiche precise” dicono all’unisono Franco Porcellacchia e Sergio Girotto, gli ingegneri responsabili dell’intero progetto. Difficoltà traducibili in due catene con anelli che pesano 300 chili l’uno e che, anche a causa del maestrale che da tre giorni soffia sul Giglio, non vogliono saperne di passare sotto lo scafo per poi essere collegate ai tre cassoni rimanenti.