ho firmato l’appello contro il furto della Democrazia con convinzione e anche molta amarezza. Non è possibile che semplici dipendenti pro tempore – tali dovrebbero essere senatori e deputati – impediscano ai loro datori di paga più che di lavoro – i cittadini – di esercitare la loro sovranità. Ormai è una farsa tutta renziana, esecutrice testamentaria del progetto eversivo di Licio Gelli e della P2. Non è un caso che il primo azionista della combriccola sia un tale pregiudicato, interdetto dai pubblici uffici, ma accreditato come padre della patria per la riforma costituzionale.
Da anni giro l’Italia in difesa della Costituzione del 1948, che avrebbe bisogno solo di una mano di bianco e non di essere capovolta ad uso e consumo di incompetenti, improvvisatori e incapaci. Lotterò fino alla fine e sono orgoglioso di essere a fianco de Il Fatto Quotidiano, unico giornale di “fatti”, libero da padroni e senza prebende statali.
La coscienza democratica urla: “Non passeranno”.