Nella convenzione fra GioNa (Associazione Nazionale Città in Gioco) e Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti) si legge: GioNa e UISP si impegnano a contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico con azioni di prevenzione, sostenendo iniziative di informazione volte a promuovere conoscenza e consapevolezza nei confronti del gioco d’azzardo e pratiche ludiche sane finalizzate a restituire al gioco la sua valenza sociale positiva.

Sono molto d’accordo: informazione e consapevolezza sono due parole chiave, potrebbero essere dei potenti vaccini. Ma in realtà finora si è cercato di fare il contrario, in sostanza di disinformare, con pubblicità ingannevoli e sparando nel mucchio. Io credo invece che un’informazione precisa e corretta su cosa sono e come funzionano i giochi d’azzardo, possa essere utile; raccontarli matematicamente a scuola, senza troppi moralismi può essere un antidoto per future tentazioni e a dire il vero vi sono alcuni comuni (come per esempio Udine) in cui si è cominciato a operare in questo senso.

Cominciamo dalle basi, dal concetto di rendimento e cerchiamo di capire senza entrare in troppi dettagli matematici.

Il rendimento (R) è uguale alla probabilità di vincere (P) per il numero di poste che si incassano (N):

R = P x N

Per capirci partiamo dall’esempio più banale, giochiamo a testa o croce, la probabilità è 0,5 (si vince la metà delle volte) e le poste incassate quando si vince sono 2, dunque vuol dire che il rendimento è del 100%:

R = 0,5 x 2 = 1

il gioco in questo caso (e in tutti i casi in cui R=1) è detto equo, perché tutto quello che viene giocato torna ai giocatori.

Quando R diventa minore di 1 (R<1) il gioco diventa svantaggioso, perché ai giocatori torna una quota inferiore del giocato.

Se invece paradossalmente avessimo R >1, il gioco sarebbe vantaggioso.

Giochereste a testa o croce con un vostro amico se quando perdete pagate 1 euro e quando vincete incassate per esempio 60 centesimi? Certo che no! Gli chiedereste se è matto a proporvelo.

Ma in realtà è esattamente quello che fate ogni volta che partecipate a un gioco organizzato da un banco, perché statene pur certi, non troverete mai qualcuno che vi offre un gioco equo, tutti quelli che organizzano giochi d’azzardo vi propongono giochi svantaggiosi, anche molto svantaggiosi, sia esso lo Stato biscazziere o le mafie che controllano la gestione delle slot machine fuori dai casinò.

Sarebbe anche ragionevole che chi gestisce un’attività dovesse ricavarne un piccolo profitto, ma nel caso dell’azzardo si tratta spesso di vere e proprie rapine, truffe ai danni dell’ignaro pollo.

Cerchiamo di fare in modo che i candidati pollo siano un po’ meno ignari, un po’ più consapevoli.

Oggi consideriamo solo l’esempio del Lotto e magari altre volte esamineremo altri giochi e altri concetti. Guardate la seguente tabella:

Tutti i rendimenti sono molto al di sotto dell’equità; già con l’estratto e l’ambo lo Stato si tiene statisticamente circa il 40% del giocato, poi via via sempre di più mano a mano che si passa a combinazioni più rare. Con la cinquina lo Stato si tiene oltre l’86% (!!!) ridistribuendo meno del 14% del giocato. È pazzesco. Sarebbe come giocare a testa o croce pagando 1 euro quando perdete e incassando 13 centesimi quando vincete. Ridicolo.

Quanto meno tutti i tagliandi del Lotto dovrebbero avere la scritta a caratteri cubitali: “Lo Stato si trattiene fino all’87% del giocato, un po’ come “il fumo uccide” sui pacchetti di sigarette”

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Trasporti, perché serve l’authority

next
Articolo Successivo

Start-up, se il venture capital non fa primavera

next