Stati Uniti e Unione Europea hanno inasprito le sanzioni economiche imposte a Mosca per il suo ruolo nella crisi in Ucraina: i responsabili dell’aggravarsi della crisi in Ucraina non hanno fatto quello che i capi di Stato e di governo della Ue aveva chiesto di realizzare per allentare la tensione nell’Est del Paese ed entro la fine di luglio saranno decise nuove sanzioni. E’ quanto si indica nelle conclusioni del vertice dei leader Ue, che ha affrontato anche la situazione in Ucraina. Il sostegno russo ai separatisti e le violazioni in Ucraina non sono cessati, ha detto nella serata di ieri Barack Obama, sottolineando che le nuove sanzioni sono “significative, ma mirate”, e sono una ulteriore indicazione che “gli Stati Uniti continueranno a dare un forte sostegno all’Ucraina”. Dura la risposta del Cremlino: “Le sanzioni porteranno le relazioni russo-americane ad un impasse”, ha dichiarato Vladimir Putin in visita a Brasilia.
I leader Ue danno mandato di allargare le basi legali per inasprire le sanzioni ad “entità, incluse quelle russe, che sostengono materialmente o finanziariamente azioni che minano o minacciano la sovranità ucraina, la sua integrità territoriale o indipendenza”, come si legge nelle conclusioni del consiglio sull’Ucraina. Fonti diplomatiche, hanno inoltre riferito che si prevede un congelamento di programmi condotti in Russia dalla Banca europea di investimenti (Bei) e della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Berd). Le misure adottate dagli Usa, scrive il New York Times, non arrivano a tagliare fuori interi settori dell’ economia russa, come minacciato in passato, ma rappresentano un significativo passo avanti rispetto alle restrizioni ai visti e alle attività finanziarie imposte finora ad una serie di personalità politiche e del mondo della finanza di Mosca. Un aspetto sottolineato anche da funzionari della amministrazione Obama, secondo i quali si tratta delle misure più punitive adottate finora nei confronti della Russia.
Lunga la lista degli obiettivi: Novatek, il più grande produttore indipendente di gas in Russia e la seconda azienda del settore dopo la statale Gazprom; Rosneft, la più grande azienda petrolifera in Russia e il terzo produttore di gas naturale; la banca di sviluppo russa Veb; Gazprombank, il braccio bancario di Gazprom e il terzo più grande istituto di credito in Russia; Feodosiya Enterprises, società di spedizioni attiva in Crimea. Ci sono poi otto società russe del settore delle armi: Bazalt; Jsc Concern Radio-Electronic technologies; Sozvezdie; Npo Mashinostroyeniya; Almaz-Antey; Kalashnikov Concern; Kbp Instrument Design Bureau; Uralvagonzavod; – Igor Shchegolev: un consigliere del presidente russo Vladimir Putin; il vice presidente della Duma, Sergei Neverov; il leader separatista ucraino Aleksandr Borodai; Sergey Beseda, ufficiale dei servizi segreti Fsb; Oleg Genrikhovich Savelyev, il ministro russo per gli Affari della Crimea; Repubblica Popolare di Donetsk; Repubblica Popolare di Luhansk.
Mentre sulle borse europee pesa la notizia del giro di vite deciso da Usa e Ue, da Mosca arrivano reazioni di fuoco: le sanzioni contro la Russia per la crisi ucraina possono riportare le relazioni con l’Occidente agli anni Ottanta e alimentare i sentimenti anti americani e anti europei”, ha detto il premier russo Dmitri Medvedev, secondo cui “se i nostri partner continueranno con le sanzioni, in risposta saranno prese misure contro persone e compagnie straniere”. Da Brasilia anche Vladimir Putin fa sentire la propria voce: “Le sanzioni hanno di solito l’effetto boomerang e senza dubbio metteranno le relazioni Usa-Russia in un angolo. Si tratta di un duro colpo per il nostro rapporto, che mina gli interessi di sicurezza a lungo termine degli Stati Uniti e dei cittadini statunitensi”.