Se possibile, qualcuno ha contribuito più di altri alla straordinaria cavalcata di B. e sembra paradossale doverlo ammettere, ma sono esattamente le sue “vittime”. Anzi, per essere precisi alcune delle sue vittime. Anzi, per essere addirittura pignoli e pedanti – ma qui la precisazione s’impone – quelle che nel corso del tempo si sono credute “sue” vittime. Una, eccellente, su tutte: Serena Dandini, che ora ritorna su Radio 2 con un suo programma.
O caspita, “ragioni politiche evidenti e quasi obsolete” ci dice Dandini. Devo aver vissuto all’estero. Perché non mi sono accorto di nulla. Dandini l’ho sempre (sempre) vista in tivù per anni, anni e anni. E soprattutto nel ventennio. Questo ventennio. È un altro che da un certo momento in poi non ho visto più: Daniele Luttazzi. Dal giorno del famoso editto bulgaro. Se quelle “ragioni politiche evidenti e quasi obsolete” le avesse opposte Luttazzi, mi sarei inchinato alla coerenza (e credo anche all’amarezza di un artista che viene defenestrato in quel modo).
Ma in questo caso, nel caso della Dandini, siamo nel pienissimo «salotto» della sinistra, salotto che peraltro aveva magistralmente riprodotto proprio su Raitre con Parla con me. Qui siamo nell’autocertificazione estetico-vittimista più luminosa e in qualche modo persino spudorata. Anche la Dandini epurata no, per favore no!
Non c’è niente da fare, Berlusconi è ancora un grande strumento comunicativo, lo si “vende” come il pane, un volano fantastico quando ci si deve riproiettare ora nell’etere, ora nella politica, ora chissà dove. Lo si oppone come un’eroica medaglietta al valore quando inizia una nuova avventura e se ti chiedono quali scogli professionali hai dovuto superare, basta rispondere: ma io ho avuto Berlusconi come nemico, perdiana!
Per carità di patria, non faremo la controprova. Non vorremmo che a questo lungo elenco di eroi, di vittime, Berlusconi dovesse rispondere: “Ma chi sono?”