“L’Expo nella sua cognizione classica è superato da almeno tre edizioni. C’era l’opportunità di fare un Expo che avesse al suo centro la politica (del cibo, ndr), ma così l’Expo non ha l’anima”. E’ questo il duro commento di Carlin Petrini – fondatore di Slow Food e voce autorevole ormai in campo internazionale sui temi di alimentazione e agricoltura – in merito all’Expo 2015 (il cui slogan è “nutrire il pianeta”). Dal palco della festa della Cgil di Serravalle Pistoiese (Pistoia) invece, Susanna Camusso, segretaria nazionale del sindacato, crede ancora nella manifestazione: “Bisogna tifare per l’Expo perché bisogna vincere la battaglia che porta avanti anche il magistrato Cantone: fare investimenti senza ladri e mazzette”. Intanto, spiega ancora Petrini, nei campi del meridione d’Italia “i nostri fratelli neri sono trattati come schiavi”. E un’eccellenza nota nel mondo come il Barolo sarebbe improducibile senza l’aiuto di “20mila macedoni”, sostenuto dalla Camusso, che rende l’idea dell’emergenza: “I contratti paraschiavistici risalgono il Paese” di Max Brod
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