Operazione da 45 milioni di euro: il 50% della Marmi Carrara va a fratelli e cugini di Osama che, precisano, "abbiamo diseredato e messo al bando". Il Comune: "Sono i principali acquirenti da 30 anni"
Già da trent’anni era tra i principali acquirenti del più prezioso marmo di Carrara, tanto che nel 2013 ha fatto commesse per circa 40 milioni di euro. Adesso la famiglia Bin Laden è ufficialmente proprietaria di una buona parte delle cave carraresi, quelle dove un tempo Michelangelo andava a scegliere il marmo per i suoi capolavori. È arrivata nei giorni scorsi la firma dell’accordo per l’acquisto da parte della Cpc, società a cui fanno capo i fratelli e i cugini del defunto capo di Al-Qaeda, del 50 per cento delle azioni della Marmi Carrara, colosso del marmo apuano che detiene il 50 per cento della Sam – Società apuana marmi – titolare a sua volta di un terzo delle cave carraresi. Presidente del nuovo gruppo sarà proprio Bakr Mohammed Bin Laden, presidente della società araba, mentre amministratore delegato rimarrà il carrarese Andrea Rossi.
La notizia, trapelata un mese fa, apre nuovi scenari a Carrara, dove i concessionari delle cave sono sempre stati del posto. In più c’è da fare i conti con i timori che suscita un cognome come quello. Un portavoce della società araba ha tranquillizzato facendo sapere che la famiglia da tempo aveva diseredato e messo al bando Osama Bin Laden, una volta messosi al capo dell’organizzazione terroristica. Lo stesso sindaco di Carrara, Angelo Zubbani, ha voluto garantire per la famiglia araba: “Sono perfettamente informato – ha detto ai tg Mediaset – su chi c’è dietro questa manovra, perché conosciamo gli emissari dei Bin Laden da 30 anni”. E ha aggiunto: “Mi sarei preoccupato di più se fossero stati cinesi, perché loro portano via i blocchi interi, ma questi imprenditori lavorano nella trasformazione, hanno un canale diretto con l’Arabia Saudita, dove realizzano opere importanti, dagli aeroporti alle moschee”.
La Cpc è una società leader in materia di costruzioni e di energia nel Medio Oriente: oltre ad occuparsi di petrolio vanta la costruzione delle più importanti autostrade, opere pubbliche, palazzi e moschee per un fatturato annuo di 38 miliardi di dollari. Quest’anno la famiglia Bin Laden ha stanziato 20 miliardi di dollari per operazioni in tutto il mondo, tra cui, appunto, anche per l’acquisto delle cave carraresi. Acquistando il 50% della Marmi Carrara, per una spesa di 45 milioni di euro, i Bin Laden sono diventati quindi i primi investitori stranieri nelle cave di marmo bianco apuane.
Qualcuno grida allo scandalo, parlando di “arabizzazione”, altri credono che questo sia stato il più grande affare che Carrara potesse concludere, come il sindaco che si è detto ottimista “per questa operazione societaria che aumenterà i posti di lavoro”. Tuttavia il piano industriale non è ancora noto. “Non possiamo esaltare qualcosa che non conosciamo – commenta il vicesindaco e assessore al marmo, Andrea Vannucci, a ilfattoquotidiano.it – Ci auguriamo che questo passaggio incrementi la filiera corta, come è stato detto, con conseguente aumento dei posti di lavoro, ma per il momento non conosciamo il piano industriale dei nuovi investitori. Una società non è costretta a coinvolgere l’amministrazione nella loro politica industriale, ma stiamo parlando di un passaggio importante per la città e aspettiamo che rendano noti i loro piani”.