Lunedì sera una ragazza romena di 24 anni, incinta di sei mesi, è stata stuprata a Vicenza da due militari Usa e, quasi priva di sensi, abbandonata in un campo. La ragazza era stata abbordata nei pressi di Vicenza Ovest dove stava lavorando come prostituta.
Con le poche forze che aveva è riuscita a memorizzare il numero di targa dell’autovettura delle due belve continuando a ripeterlo per imprimerlo nella memoria fino all’arrivo di un’amica, riuscita ad avvisare a notte fonda che a sua volta è riuscita a contattare le forze dell’ordine. Al momento la ragazza è ricoverata all’ospedale della cittadina veneta con ecchimosi in viso e corpo, fratture e rischia di perdere il bambino.
I due stupratori sono stati rintracciati immediatamente e identificati come membri della Caserma Ederle, base militare dell’Esercito degli Stati Uniti situata a Vicenza. Nella loro auto sono stati trovati brandelli di intimo strappati alla vittima, documenti e la sua borsa. Uno dei due era già conosciuto per un precedente stupro ai danni di una 17enne qualche mese prima. Gli avvocati della vittima stanno preparando una battaglia legale affinchè il soldato venga processato in Italia e non da una corte americana, come succede nella maggioranza dei casi.
Secondo una legge del 1956, se un militare a stelle e strisce commette un reato in territorio italiano, si può valutare dove celebrare il processo. A Vicenza accade spesso, anche per reati gravi che ai militari americani venga concessa la possibilità di scegliere la giurisdizione competente che li giudichi: non pochi i problemi delle vittime, quindi, che tra le altre cose devono cercare tutela negli Usa. In tal caso la ragazza violentata dovrà cercare tutela in territorio americano nonostante il fatto sia accaduto in territorio italiano e chiaramente non in ambito militare.
I due militari sono indagati per aver violentato, derubato e picchiato la giovane che da un anno e mezzo vive nella cittadina veneta ed è già mamma di un’altra bambina.