“Il Pd discute le riforme con un partito fondato da un colluso con Cosa nostra”. È una presa di posizione netta quella di Antonino Di Matteo, intervenuto in via d’Amelio per il ventiduesimo anniversario della strage in cui venne assassinato Paolo Borsellino. Il riferimento è tutto per l’alleanza tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi per varare le riforme. “In una sentenza definitiva della Corte di Cassazione – ha ricordato il pm – è accertato che un partito politico, divenuto forza di governo nel 1994, ha poco prima annoverato tra i suoi ideatori e fondatori un soggetto da molto tempo colluso con gli esponenti di vertice di Cosa Nostra e che da molti anni fungeva da intermediario consapevole dei loro rapporti con l’imprenditore milanese che di quel partito politico divenne, fin da subito, esponente apicale. Oggi questo esponente politico (dopo essere stato a sua volta definitivamente condannato per altri gravi reati), discute con il Presidente del Consiglio in carica di riformare la legge elettorale e quella costituzione alla quale Paolo Borsellino aveva giurato quella fedeltà che ha osservato fino all’ultimo suo respiro” di Giuseppe Pipitone e Silvia Bellotti
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