In Italia ci sono alcune fra le metropoli più inquinate d’Europa. L’inquinamento dell’aria è particolarmente accentuato nella valle del Po per la sua caratteristica conformazione chiusa dalle catene montuose circostanti. In città come Milano o Torino e nei rispettivi hinterland l’inquinamento raggiunge tassi assai elevati a causa degli scarichi delle auto e delle case. Ormai è noto che l’inquinamento dell’aria è una delle principali cause di mortalità. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha qualificato l’inquinamento atmosferico quale cancerogeno appartenente al gruppo 1. Cosa sta facendo il nostro governo e cosa stanno facendo le amministrazioni regionali e comunali al riguardo? È evidente che le limitazioni alla circolazione nei centri storici spostano soltanto il traffico dal centro alla periferia. Tutte le indagini hanno concluso che la chiusura dei centri storici al traffico automobilistico non ha risolto il problema dell’inquinamento. Così come meri palliativi senza alcun effetto duraturo sono le cosiddette domeniche a piedi. Una delle maggiori cause di inquinamento è certamente il riscaldamento degli edifici.
Ben altro effetto avrebbe dunque per esempio l’obbligo di costruire a impatto ambientale zero, rilasciando cioè licenze edilizie solo a chi rispetti i vincoli di non inquinare. Quanto al traffico automobilistico, oltre alle auto ibride ed elettriche, stanno per fare la loro comparsa sul mercato modelli alimentati a idrogeno totalmente ecologici. Ma come si pensa di incoraggiare una rete di rifornimento? La Danimarca passerà a breve da 2 a 14 impianti di rifornimento di idrogeno, la Germania raddoppierà i suoi impianti. L’Italia è come al solito ferma. Quali sono le misure che il governo intende adottare per combattere l’inquinamento dei nostri centri abitati e quindi per migliorare la qualità della vita degli italiani? C’è da augurarsi che non si riducano a quel misero stanziamento, peraltro subito esauritosi, previsto ormai da qualche legislatura nella legge di Stabilità per finanziare l’acquisto di modelli ecologici. Sarebbe l’ennesimo segnale del velleitarismo di una politica attenta agli annunci e non alle soluzioni concrete dei problemi.
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