RubyPer quali motivi è caduta l’accusa di prostituzione minorile a Berlusconi? Davvero sarebbe caduta perché B. non conosceva l’età di Ruby, anzi pensava che fosse maggiorenne? Si attendono con grande interesse le motivazioni della sentenza. Parlo solo dell’aspetto prostituzione minorile (non della concussione, che è un altro paio di maniche). Sarebbe interessante, e forse liberatorio, se le motivazioni sulla non punibilità valessero poi anche per altri imputati di accuse analoghe. Per esempio per alcuni omosessuali finiti in carcere – e bollati di recente come “orchi” – per aver avuto o proposto atti sessuali a pagamento con 17 enni.

Fino a 8/9 anni fa non ci sarebbe stato problema penale su rapporti mercenari con Ruby e coetanei. La legge consentiva rapporti sessuali a pagamento con maggiori di anni 16. Ovviamente, purché consenzienti e purché non sfruttati da cosiddetti “magnaccia”. Fu la allora maggioranza di centro-destra presieduta da Berlusconi a spingere per adeguarsi alle tendenze più proibizioniste – o se volete di maggior “tutela” dei minorenni – che andavano emergendo sul piano internazionale. E’ questo uno dei paradossi a causa dei quali non veniva certo voglia di difendere Berlusconi su Ruby. Sotto un suo governo l’età del consenso per atti mercenari è salita da 16 a 18 anni.

Il Pd comunque seguì a ruota approvando, come in generale tutto il Parlamento con la  sola eccezione di Franco Grillini, ex leader di Arci Gay. Sulla base della legge attuale, se Pasolini fosse sopravvissuto nel novembre 1975, sarebbe poi stato processato per rapporti mercenari con Pino Pelosi, che non aveva ancora 18 anni. Ma in realtà i 16/17 enni, allora come oggi, non sono tutti uguali: forse ce ne sono parecchi, tanti o pochi non importa, che sono in grado di decidere di se stessi, almeno per cose del genere. Pasolini non ha responsabilità nei problemi di Pelosi, così come – azzardo un paragone un po’ osceno, mi rendo conto, ma non illogico – Berlusconi non ha responsabilità nei problemi di Ruby, che pre-esistevano. C’è un’atmosferà irrazionale di nuovi tabù che circonda la questione. Si teme di passare per pedofili, o per puttanieri, se si dice oggi che era più realistico il limite a 16 anni anziché a 18. Il che non impedisce di proteggere anche legalmente condizioni individuali di debolezza dell’ultra 16 enne.

Nei casi recenti dei 3 omosessuali arrestati, in due vicende diverse, due avevano avuto a che fare con un ragazzo – pare sveglio e consenziente – che non si sarebbe mai sognato di denunciarli, ma nel nuovo reato si procede d’ufficio. E un terzo arrestato avrebbe semplicemente fatto proposte, non accolte, sempre a 17 enni. Nessuno, tantomeno il movimento Lgbt che su queste cose è diventato perbenista, sta mettendo in discussione la rigidità di queste norme. Per difendere – spesso contro la loro volontà – i 16/17 enni persino dal  “grave” rischio di sentirsi fare una proposta, si stanno provocando drammi umani pesantissimi. In sostanza si è tornati a perseguire reati contro “la morale” anziché contro la persona.

Temo che nelle motivazioni della sentenza d’appello Berlusconi- Ruby non si leggeranno le cose che ho scritto qui. Ma non ce la si potrà neanche cavare, spero, soltanto con l’ignoranza dell’età, che rischia di essere un escamotage. Dietro alla questione di quale sia la ragionevole  età del consenso c’è poi un conflitto aperto e trasversale sulla prostituzione. Continuiamo a far finta di credere che si possa abolire, proibendo per legge questo o quell’aspetto, o riconosciamo che può essere una prestazione a pagamento, non necessariamente disumanizzante?

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