La maggior parte dei sequestrati è stata uccisa con esecuzioni sommarie durante l'occupazione del sito, avvenuta venerdì. 40 vittime tra i combattenti dello Stato islamico a causa la controffensiva delle forze del regime
I jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) hanno ucciso venerdì 270 membri delle forze di difesa nazionale, una milizia filogovernativa, negli scontri per il controllo del giacimento di gas di al-Shàer, nella provincia siriana di Homs. La notizia arriva dall’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo, ong con base a Londra, che aveva parlato di 90 morti. In un video pervenuto all’Osservatorio si vedono i cadaveri di decine di persone, principalmente guardiani del sito e personale delle forze di difesa, oltre a un combattente che parla in arabo e in tedesco e dice: “Questo è per il mio Signore”.
Rami Abdel Rahmane, il direttore dell’Osservatorio, ha spiegato che la maggior parte delle vittime è stata sequestrata e uccisa con esecuzioni sommarie. Sempre secondo quanto riporta l’organizzazione, la controffensiva delle forze del regime di Bashar al Assad, che pochi giorni fa ha rinnovato per la terza volta il suo mandato, ha provocato la morte di almeno 40 combattenti dello Stato islamico.