All’arrivo del presidente della Commissione antimafia Rosi Bindi in via d’Amelio, a Palermo, i rappresentanti delle Agende Rosse hanno girato le spalle alzando in alto l’agenda rossa. E’ questa la forma di contestazione scelta per dire ‘no’ alla presenza delle istituzione nel luogo della strage in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta. La protesta era stata annunciata nelle scorse ore, anche se Salvatore Borsellino aveva detto: “Se la Bindi verrà da comune cittadina non ci sarà contestazione”.

La presidente della Commissione Antimafia ha annunciato la possibilità che si apra una commissione d’inchiesta per le stragi del ’92: “Valuteremo la possibilità, finora non lo abbiamo fatto perché ci sono tre processi in corso, tra Palermo e Caltanissetta, e non vogliamo interferire con l’autorità giudiziaria. Se dovessimo aprire un’inchiesta paralella significherebbe risentire le stesse persone dei processi”. Rosy Bindi si è intrattenuta per dieci minuti con i fratelli Borsellino che hanno chiesto con forza un intervento della Commissione. “E’ stato solo un fatto di rispetto per le istituzioni. Vi sarà sfuggito che il primo incontro della Commissione è stata fatta in Prefettura con Nino Di Matteo (il pm del proceso trattativa ndr), ci siamo immediatamente adoperati con il comitato nazionale. I ministri ci hanno assicurato che tutto quello che secondo loro è possibile fare viene fatto per il magistrato”. A quel punto Salvatore Borsellino ha detto: “Presidente, lei parla di interferenze ma ci sono già state delle interferenze, lo stesso Napolitano che non vuole venire a testimoniare al processo per la trattativa, mi lascia allibito”. E Bindi replica. “ma il Capo dello Stato si è reso disponbile, non ci trovo tentativi di non venire, nessuno ha posto un problema in Commissione antimafia”. E Rita Borsellino: “Ho fiducia in Rosy Bindi, è la persona giusta per ottenere un risultato”. Alla fine Salvatore Borsellino ha detto: “Grazie, Presidente, confido in lei”.

Sul palco Salvatore Borsellino ha reso omaggio al magistrato Di Matteo: “Oggi Falcone e Borsellino sono degli eroi ma allora erano osteggiati. Dobbiamo stringerci attorno a magistrati come Di Matteo che oggi tentano di condurci alla verità e che subiscono lo stesso trattamento di Paolo e Giovanni 20 anni fa. Le stragi sono servite ad alzare il prezzo di quella trattativa e su questa trattativa c’è stato un silenzio che è durato 20 anni e su cui solo ora si comincia a vedere qualche incrinatura. I magistrati che oggi cercano di arrivare alla verità lo fanno a rischio della loro vita”.

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