I corpi delle vittime dell’abbattimento dell’aereo malese recuperati sul luogo dello schianto del Boeing 777 della Malaysia Airlines sono stati trasferiti nella vicina stazione ferroviaria e caricati su vagoni refrigerati. Ad affermarlo è stato il portavoce dell’Osce, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, Michael Bociurkiw. Le sue squadre hanno potuto constatare la presenza di tre vagoni refrigerati contenenti i corpi all’interno dei sacchi identificati con i numeri. Agli osservatori, è stato ancora reso noto, è stato detto che sui vagoni erano stati raccolti 169 corpi ma il dato non è stato confermato dalle squadre internazionali che non sono state in grado di verificare l’informazione. In mattinata gli ispettori avevano detto che il treno sarebbe partito per Donetsk dalla stazione di Torez.
Rimozione dei corpi, accordo preliminare tra Kiev e separatisti
Il governo di Kiev ed i separatisti filorussi hanno raggiunto oggi un accordo “preliminare” sulla rimozione dei corpi. Lo ha annunciato il vice premier Vladimir Groisman, secondo cui i resti dei 298 passeggeri e membri dell’equipaggio saranno conservati in carrozze ferroviarie refrigerate e poi trasferite in un laboratorio di Kharkiv, a circa 250 chilometri dal sito del disastro. “Abbiamo raggiunto un accordo preliminare con coloro che controllano l’area dell’incidente aereo per evacuare i corpi”, ha detto il vice premier in una nota, secondo cui una commissione del governo ha concordato con i militanti che esperti del Servizio per le situazioni d’emergenza di Kiev, in collaborazione con gli osservatori europei, “ci permetteranno di spostare i corpi in vagoni refrigetari e di mandarli in un posto dove possano poi essere esaminati”. Sono 196 – sulle 298 vittime complessive – i corpi ritrovati sul luogo del disastro aereo in Ucraina orientale, riferiscono i servizi d’emergenza ucraini citati dai media internazionali. Le ricerche si estendono in un’area di 34 km quadrati e coinvolgono circa 380 persone.
Ribelli: “Trovate le scatole nere”. Ma il leader smentisce
Potrebbe andare al suo posto un altro tassello necessario a ricostruire i fatti che hanno portato al disastro aereo. I separatisti filorussi hanno annunciato oggi di aver ritrovato le scatole nere del volo MH17 e di averle portate a Donetsk. Lo riferisce l’agenzia di stampa Interfax, che cita l’account twitter dei separatisti, secondo cui “i flight recorder sono stati portati a Donetsk”. I separatisti filorussi hanno trovato “materiale che potrebbe provenire dalle scatole nere”, ha specificato uno dei loro leader, Alexandre Borodai, aggiungendo di essere pronto a consegnarlo agli esperti internazionali incaricati delle indagini, perché i ribelli “non hanno specialisti e non si fidano di quelli ucraini”. Il materiale, ha specificato, si trova a Donetsk. Ma Andrey Purgin, vice premier dell’autoprocamata Repubblica popolare di Donetsk, smentice: “Questa informazione viene pubblicata sei volte al giorno – ha detto, parlando ad una radio – tutto questo non è vero”.
Usa e Ue contro Putin: “Collabori o reagiremo”
Come previsto da molti analisti, il disastro del volo MH17 ha costretto i paesi europei a mostrarsi più duri con Putin. Europa e Stati Uniti alzano la voce con la Russia. Merkel, Cameron e Hollande hanno chiesto a Mosca di permettere l’accesso agli ispettori Osce sul luogo del disastro, altrimenti l’Ue “ne trarrà le conseguenze”. L’ultimatum è frutto di un colloquio telefonico a tre fra François Hollande, Angela Merkel e David Cameron, come riferito dall’Eliseo. In serata anche il premier italiano Matteo Renzi, presidente di turno della Ue, ha riferito che “stiamo seguendo con attenzione sia la situazione in Medio Oriente sia in Ucraina. Il Consiglio europeo di martedì deve dare risposte nette e chiare”.
Kerry: “Sistema di missili arrivava dalla Russia”
E’ “chiaro” che il sistema di missili usato per l’abbattere l’aereo della Malaysia Airlines veniva dalla Russia, ha detto il segretario di Stato, John Kerry. Un’ipotesi accreditata anche dall’ambasciata degli Stati Uniti a Kiev, che ha emesso un comunicato nel quale parla della complicità dei russi nell’armare i ribelli in Ucraina e afferma di aver concluso che “il volo MH17 è stato probabilmente abbattuto da un missile terra-aria SA-11 da un territorio controllato dai separatisti nell’est dell’Ucraina”. Secondo l’ambasciata nel fine settimana de 12 e 13 luglio, la Russia ha inviato un convoglio di equipaggiamento militare con fino a 150 veicoli e diversi lanciarazzi ai separatisti. Anche Secondo il Wall Street Journal, Mosca ha fornito ai separatisti pro-Russia in Ucraina sofisticati sistemi di missili antiaerei. Il quotidiano cita alcune fonti, secondo le quali l’intelligence sospetta che Mosca abbia fornito diversi sistemi SA-11 nell’Ucraina dell’est e li abbia poi rimossi dopo l’incidente.
Kiev: “Non possiamo garantire la sicurezza degli ispettori Osce”
Prosegue il braccio di ferro sulle indagini. I separatisti garantiranno la sicurezza degli esperti internazionali sul luogo dello schianto del Boeing, se Kiev accetterà una tregua. Lo si legge in un comunicato dell’autoproclamata repubblica del Donetsk. “Invitiamo Kiev a concludere immediatamente tale accordo di cessate il fuoco almeno per la durata dell’inchiesta sul sito” della catastrofe, si legge. Da tre giorni agli osservatori dell’Oesce viene impedito di arrivare e muoversi in sicurezza nel luogo dello schianto. “L’Ucraina non è in grado di garantire la sicurezza degli esperti che si trovano sul luogo dello schianto”, ha detto il vice primo ministro ucraino Volodymyr Groisman. “Il potere ucraino non può garantire la sicurezza su quel territorio – ha aggiunto – La Russia fino a questo momento non ha preso la decisione di garantire la sicurezza”.
Times of India: “I piloti avevano avuto l’ok a sorvolare la zona”
Un aereo della compagnia di bandiera indiana Air India proveniente da New Delhi e diretto a Birmingham “era a meno di 25 km di distanza” dal Boeing malese abbattuto. Lo rivela oggi il quotidiano The Times of India. Proprio perché era così vicino “gli uomini radar di Dnipropetrovsk hanno chiesto al pilota dell’Air India di stabilire un contatto con i piloti dell’aereo malese che non rispondevano più alle sue chiamate”. Il quotidiano rivela inoltre che “minuti prima della tragedia, i piloti dell’aereo indiano hanno udito dalla radio che il controllore del traffico aereo aveva dato l’autorizzazione al MH17 per una ‘rotta diretta’, che consente a un aereo in volo di procedere tra due punti al di fuori del piano di rotte. Si tratta di una pratica che è comune perché permette di risparmiare carburante “ma che è stata fatale”.
Ucraina: “Repubbliche di Donetsk e Lugansk organizzazioni terroristiche”
L’ambasciatore ucraino in Italia, Yevhen Perelygin, ha avanzato una richiesta alla comunità internazionale: “Tutti capiscono che non sono ribelli quelli in Ucraina, sono terroristi. Per questo l’Ucraina chiede alla comunità internazionale, ai singoli Stati membri e all’Ue nel suo insieme di riconoscere la cosiddetta Repubblica popolare di Donetsk e la Repubblica popolare di Lugansk come organizzazioni terroristiche – ha detto l’ambasciatore – la nostra posizione è che non c’è differenza tra quanto è accaduto in Ucraina con l’aereo malese e quello che è accaduto l’11 settembre o sui cieli di Lockerbie: sono attentati terroristici”.
Francia, spariti 6 calciatori dello Shaktar Donetsk
Sei calciatori della squadra ucraina Shakhtar Donetsk sono spariti dopo aver disputato un’amichevole in Francia, ad Annecy, con l’Olympique Lione. Lo rivela Infosport +, secondo cui i sei “rifiuterebbero di rientrare in Ucraina”, in particolare a Donetsk, presso la cui squadra militano, a causa della situazione sempre più tesa. Tra i giocatori, ci sono Alex Teixeira, Fred, Dentinho, Douglas Costa e Facundo Ferreyra, quattro brasiliani ed un argentino.