La Pa paga un po’ più in fretta, ma sulle fatture scadute frena. E la strada per pagamenti in tempi ragionevoli, nonostante gli annunci del governo, è ancora lunghissima. Che le cose non andassero a gonfie vele lo aveva certificato la Cgia di Mestre il 18 di giugno, proprio il giorno in cui l’Europa apriva una procedura d’infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto della direttiva recepita un anno prima sul pagamento a 30 giorni. Con deroga a 60 per alcuni settori, come la sanità. Ebbene il centro studi dell’Associazione artigiani e piccole imprese segnalava per il 2013 pagamenti lumaca fino a 170, anche 210 giorni dopo l’emissione della fattura.
Un dato più recente conferma la distanza dall’obiettivo indicato dalla Ue, in un quadro di lento, lentissimo miglioramento. Arriva dal Cerved, la banca dati anagrafica delle imprese con 53 milioni di segnalazioni sui pagamenti di oltre 2,5 milioni di aziende. Ebbene, l’indagine evidenzia un leggero miglioramento nei tempi di pagamento: nel primo trimestre del 2014 la Pa ha saldato mediamente in 96,1 giorni contro i 107,4 dello stesso periodo 2013, guadagnando 11,2 giorni. Il sistema sanitario fa un piccolo passo avanti e paga quasi un mese prima rispetto ai 206 giorni medi registrati nel primo trimestre 2013. Ma per vedere liquidata la fattura di una Asl o di un ospedale tocca aspettare ancora la bellezza di 180 giorni, ovvero sei mesi. Si riducono di 9,3 giorni i tempi medi di liquidazione delle fatture dei Comuni e di 16 degli altri enti. Il calo è attribuibile essenzialmente alla riduzione dei ritardi, che passano da 52 a 41 giorni, mentre rimangono invariati i termini concordati nei contratti: 55 giorni medi.
Accanto alle prime luci le vecchie ombre. Nei primi tre mesi dell’anno la pubblica amministrazione non ha saldato il 53,9% delle fatture scadute, evidenziando un calo del 5,2% rispetto allo stesso trimestre del 2013. Un leggero miglioramento, dato il punto di partenza, che tuttavia è più lieve rispetto ai trimestri precedenti, quando la riduzione era stata più accentuata, con un progresso di 7,6 punti nel quarto trimestre 2013 e di 6,9 nel terzo. Lo stesso fenomeno si osserva anche sull’importo delle fatture: a marzo 2014 non è stato saldato il 60,1% degli importi dovuti ai fornitori della Pa, contro una percentuale del 65,6% nello stesso periodo del 2013. Il calo di 5,5 punti percentuali è inferiore infatti rispetto ai 10,4 punti registrati alla fine del 2013 e agli 11 di fine di settembre.
La diminuzione nel valore delle fatture scadute e non pagate, spiegano dal Cerved, è legata al miglioramento dei Comuni e degli enti del sistema sanitario, che però continuano a evidenziare una situazione critica: la quota di scaduto, a fine marzo di quest’anno, si attesta infatti al 52,6% tra i Comuni (in calo rispetto al 57,8% dello stesso periodo del 2013) e al 74,6% nella sanità (79,8%).