Esistono tanti tipi di democrazia, questo gli italiani lo sanno bene. Durante la guerra fredda a noi è toccata quella bloccata, dove in pratica governava sempre lo stesso partito, la Democrazia cristiana, appoggiandosi, quando proprio da solo non ce la faceva, a qualcun altro che gli faceva da spalla. Adesso va di moda quella autoritaria il cui motto è il seguente: tu mi voti e poi decido io cosa fare. Ed ancora una volta l’Italia guidata da Matteo Renzi è in questo settore all’avanguardia, tanto che ormai non si capisce più che ruolo debba avere l’elettorato visto che ha pochissime possibilità di esprimere la propria opinione ed anche quando lo fa nessuno lo ascolta. Credo che il nostro sia il paese con il numero più alto di petizioni a carattere politico al mondo e nessuna va mai in porto.
Difficile, anzi, impossibile trovare una democrazia che funzioni davvero secondo i principi classici democratici, e cioè dove la maggioranza eletta fa gli interessi di tutti non solo quelli delle caste. Forse nei paesi piccoli piccoli, come l’Islanda, ci si avvicina a questo modello ideale, ma nelle grandi nazioni è da anni che il sistema democratico fa acqua da tutte le parti.
Alla fine vincono sempre i prepotenti perché hanno in mano le chiavi del mondo: Putin ha annesso la Crimea alla Federazione Russa e non è successo nulla. Vincono i prepotenti anche perché sono loro che controllano la democrazia. Se analizziamo bene questa crisi internazionale ai confini di Eurolandia ci accorgiamo che anche Bruxelles ed il vecchio governo ucraino si sono comportati da veri prepotenti. La prima ha offerto al secondo accordi speciali con in mente l’allargamento di Eurolandia, diventata ormai una vera ossessione per gli eurocrati, ed il secondo ha sfruttato queste proposte per sfilare un po’ più di soldi a Putin.
Qualcuno di noi cittadini europei ha potuto esprimere la propria opinione su questa politica? Se ne è discusso in uno dei tanti parlamenti di questo continente? La risposta è no, a dire il vero noi neppure eravamo al corrente di queste negoziazioni.
Ma in fondo cosa doveva succedere? E’ questa la domanda chiave, in un mondo di prepotenti non esiste una punizione giusta. Sarebbe forse possibile immaginare gli eserciti europei entrare in Ucraina e dirigersi verso la Crimea e sul fronte russo per ripristinare lo stato ucraino? Anche in questo caso, per ovvi motivi, la risposta è negativa.
Per tre mesi i politici hanno fatto finta di reagire all’annessione della Crimea, all’elezione di un nuovo governo anti-russo e filo europeo in Ucraina, agli scontri armati nell’Ucraina dell’est. Ma non basta, l’Ucraina ha ricevuto dal Fondo Monetario 17 miliardi di dollari per evitare la bancarotta, soldi che sono finiti nei forzieri russi visto che gran parte del debito accumulato dalla pessima gestione del paese era con Mosca. Adesso che un aereo della compagnia di bandiera della Malesia è stato abbattuto mentre era in volo sopra l’Ucraina dell’Est, il mondo dove vivono i prepotenti si è svegliato.
I politici stanno alzando la voce ma alla fine succederà poco o nulla per un semplice motivo: Putin ha in mano i rubinetti dell’energia europea.
Discorso analogo si può fare per la situazione in Palestina, la guerra civile in Siria ed in Iraq e così via, la globalizzazione ha reso la diplomazia quasi obsoleta perché ha abbattuto le barriere commerciali ed economiche tra le nazioni ed oggi tra quelle che gestiscono il mondo c’è anche la Russia e la Cina e gli europei e gli americani devono fare i conti con loro.
La vecchia tesi del professor Prodi secondo cui l’integrazione europea era una sicurezza in un mondo globalizzato perché l’unione di più nazioni ne aumentava la forza politica era dunque errata. Eurolandia ha fatto grossi danni proprio perché convinta di essere forte, più prepotente degli altri, e così ha pestato i piedi ad un gigante. Nessuna delle singole nazioni che la costituiscono lo avrebbe fatto anche perché nessuna avrebbe avuto alcun interesse a tirare dentro il mercato economico comune l’Ucraina. A che pro? Il gas naturale che l’attraversa è russo.
La tragedia dell’Air Malaysia è dunque doppiamente una catastrofe. In primo luogo 298 innocenti hanno perso la vita ed una compagnia aerea asiatica rischia il fallimento a causa del tira e molla tra Occidente e Russia riguardo un paese in bancarotta. In secondo luogo il fatto che si possa abbattere un aereo di linea ai confini orientali d’Europa ci dice che le metamorfosi delle democrazie occidentali in strumenti nelle mani di uomini e donne prepotenti sono ormai quasi complete.