Non ha retto il cessate-il-fuoco chiesto da Hamas per "ragioni umanitarie" e accordato dall'Israel Defense Force per il recupero dei cadaveri degli oltre 70 palestinesi uccisi a Sajaya. Tra le vittime ci sarebbero 17 bambini e 14 donne. Tredici i soldati israeliani uccisi. In serata il braccio armato del Movimento di resistenza islamica rivendica il rapimento di un militare. Netanyahu: "Completeremo la missione"
Ennesima giornata di sangue nello scontro tra Israele e Palestina. Ottantasette solo oggi i palestinesi morti, 72 dei quali a Sajaya ( e tra questi 17 bambini). Dall’inizio del conflitto sono 481 i morti e i feriti oltre 3mila. Tredici i soldati israeliani rimasti uccisi (due di questi sono cittadini americani). Non ha retto la tregua proclamata da Israele e Hamas nella tarda mattinata di oggi. I combattimenti sono ripresi poco dopo l’inizio del cessate-il-fuoco (due ore, tra le 12.30 e le 14.30 ora italiana) e hanno avuto come epicentro il sobborgo di Sajaya, attaccato di buon mattino dall’Israel Defense Force. “Completeremo la missione. Riporteremo la pace nel sud e nel centro di Israele”, ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Ma se Barack Obama e il segretario di Stato Usa John Kerry sostengono l’azione contro Hamas, a mettere a freno l’operato militare israeliano interviene il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. “Condanno le atrocità” nella Striscia di Gaza, “Israele si moderi”, ha detto da Doha, in Qatar, dove è giunto per la prima tappa di una missione diplomatica nella regione. A riportarlo è un tweet di al Jazeera.
Offensiva su Sajaya: 72 morti, di cui 17 bambini e 14 donne
L’esercito israeliano ha intensificato l’offensiva terrestre sulla Striscia di Gaza, al 13° giorno del conflitto più sanguinoso del Medio Oriente dal 2009. “Ora la fase terrestre dell’operazione ‘Margine protettivo’ si estende, con forze supplementari per combattere il terrorismo nella Striscia e stabilire una realtà che garantisca agli israeliani di vivere in sicurezza”, afferma un comunicato delle Forze di difesa israeliane. Sono almeno 60 i miliziani di Hamas rimasti uccisi nell’attacco sferrato dall’Israel Defense Force nel quartiere di Sajaya dal quale, secondo l’Idf, dall’8 luglio sono stati sparati 140 razzi diretti verso il territorio israeliano. Secondo il ministero della Salute di Gaza, tra le vittime ci sono 17 bambini e 14 donne. Intanto, secondo l’agenzia per i rifugiati dell’Onu (Unrwa), è salito a oltre 80 mila il numero degli sfollati. Il bilancio delle vittime ha superato quota 400. Per consentire il passaggio dei feriti – riferisce il sito israeliano Ynet – l’Egitto apre il valico di Rafah con la Striscia.
Il transito, in genere chiuso con la giustificazione ufficiale del pericolo costituito dai jihadisti attivi nel Sinai egiziano, è tornato a socchiudersi da giovedì per la terza volta, per consentire il ricovero in ospedali egiziani di feriti gravi palestinesi dopo due aperture “umanitarie” temporanee compiute tra il 10 e il 12 luglio. In totale, combinando informazioni di fonti egiziane, dall’inizio dell’attacco israeliano sarebbero comunque passati verso l’Egitto solo una cinquantina di feriti. Verso Gaza invece il flusso è stato di circa 200 tonnellate di alimentari e 75 tonnellate di farmaci assieme a 60 medici egiziani e di altri paesi arabi. L’apertura viene tuttavia ora promessa come “sine die” e non limitata a un settimana.
Obama a Netanyahu: “Proteggere tutti i civili”
Benyamin Netanyahu ha parlato stasera con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e lo ha ringraziato per il sostegno degli Stati Uniti all’operazione militare israeliana a Gaza contro Hamas. Lo ha detto il premier israeliano in un discorso alla Nazione trasmesso dalle reti televisive nazionali. “Lavoreranno con Israele e i partner nella regione per l’attuazione di un cessate il fuoco immediato”, ha detto il capo della Casa Bianca al Netanyahu, sottolineando che è “necessario proteggere i civili, sia a Gaza sia in Israele“.
Abu Mazen: “Un massacro, 3 giorni di lutto”
Il leader palestinese Abu Mazen ha condannato “il nuovo massacro commesso dal governo israeliano a Sajaya” e ha proclamato tre giorni di lutto. Dura anche la Lega Araba: “Il segretario generale, Nabil el-Araby, ha dichiarato i “bombardamenti barbari” e l’attacco terrestre israeliano contro il quartiere di Sajaya a Gaza sono considerati come un “crimine di guerra” contro i civili palestinesi.
Netanyahu: “Hamas usa civili come scudi umani”
“Hamas usa i civili per proteggere i suoi missili, come scudi umani. Israele usa i missili per proteggere i civili”. Lo afferma Benyamin Netanyahu alla Cnn, sottolineando che servirebbe un programma per demilitarizzare Gaza. Quelli di Hamas “sono i peggiori terroristi, vogliono la distruzione di Israele e di ogni ebreo”.
Fuorionda di Kerry: “Altro che operazione di precisione”
Il segretario di Stato americano, John Kerry non si accorge – nel mezzo di uno stop pubblicitario durante un’intervista all’emittente Fox– di avere il microfono aperto e, parlando al telefono con un collaboratore, si lascia andare a un commento eloquente: “Altro che operazione di precisione, l’escalation è significativa – afferma il capo della diplomazia Usa – dobbiamo andare. Dobbiamo andare lì stasera”. Secondo Haaretz, domani Kerry sarà al Cairo e martedì in Israele. Ignaro del fatto che la telefonata fosse stata registrata, il segretario di Stato viene incalzato da Chris Wallace, il giornalista che lo stava intervistando. “Mentre era in camera ha parlato con una persona del suo staff. Quando ha detto ‘altro che operazione di precisione’ si riferiva al fatto che è preoccupato del fatto che Israele possa essersi spinto troppo in là?”, domanda Wallace. “In queste situazioni è difficile. Ho reagito in un modo comune a tutti quando si tratta di bambini e civili – prova a svicolare Kerry – l’ho detto pubblicamente e lo ripeto: difendiamo il diritto di Israele a fare quello che sta facendo”. Israele, aveva detto Kerry in giornata, “è sotto assedio da parte di un’organizzazione terroristica“.
Idf: “Nella notte attaccati 45 obiettivi”
Secondo il portavoce dell’esercito di Tel Aviv, nella notte sono stati attaccati dai militari 45 obiettivi, tra cui 10 lanciatori di razzi nascosti, e distrutti due tunnel. Ma contro il territorio palestinese sono partiti anche nuovi raid aerei e tiri di artiglieria. Secondo fonti mediche, tra le vittime degli ultimi bombardamenti ci sarebbero anche due bambini, uno dei quali il figlio di Khalil al-Hayya, alto esponente di Hamas, che ha perso anche la nuora ed il nipote, mentre la moglie è rimasta gravemente ferita. Dalle prime ore del mattino l’artiglieria israeliana ha poi diretto il fuoco all’interno dei rioni popolari di Sajaya e Zaitun, a est di Gaza. Nei giorni scorsi l’esercito aveva ordinato alla popolazione locale di sgomberare le case.
Razzi da Gaza verso Israele
Sul piano militare Hamas ha risposto con un lancio di razzi che ha costretto la popolazione dei rioni a nord di Tel Aviv e delle città costiere di Ashdod e di Ashqelon a cercare riparo nei rifugi. Uno, secondo la televisione Canale 10, è caduto nel centro abitato di Ashqelon, ma ancora non si ha notizia di vittime. I razzi sparati contro la città israeliana di Beer Sheva, nel Neghev, sono stati invece intercettati in volo dalle batterie di difesa. Sono cinque, secondo la radio militare, i soldati israeliani rimasti uccisi dall’inizio delle operazioni terrestri. I feriti sono una ventina circa, di cui due versano in gravi condizioni. Le Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, citate dall’emittente Al Jazeera, annunciano da parte loro di aver ucciso 15 soldati israeliani. Tredici le vittime secondo la radio dell’Idf.
Tensione a Gerusalemme, scontri nella zona Est
Mentre a Gaza prosegue l’offensiva dell’esercito israeliano, a Gerusalemme sale la tensione. Rivolte di giovani arabi sono scoppiate ieri sera in diversi quartieri di Gerusalemme Est, contro le operazioni di Israele nella Striscia di Gaza. Lo riporta la stampa israeliana. Manifestanti a volto coperto hanno lanciato molotov e pietre contro la polizia a Al-Issawiya, Shuafat, At-Tur e al checkpoint di Qalandia. Secondo le fonti, le forze dell’ordine sono intervenuto con “misure per disperdere la folla”.
Papa Francesco: “La violenza si vince con la pace”
Anche papa Francesco ha voluto far sentire la propria voce. “Vi esorto a perseverare nella preghiera per le situazioni di tensione e di conflitto che persistono in diverse zone del mondo, specialmente in Medio Oriente e in Ucraina. Il Dio della pace susciti in tutti un autentico desiderio di dialogo e di riconciliazione. La violenza non si vince con la violenza. La violenza si vince con la pace! Preghiamo in silenzio chiedendo la pace”, ha detto Bergoglio che dopo la recita dell’Angelus, in piazza San Pietro, ha chiesto ai fedeli di fare qualche minuto di silenzio.