Il segretario della Lega, nel corso del congresso a Padova che proroga il suo mandato fino a dicembre 2016, fissa la data per il 14 novembre. "Pensate cosa accadrebbe se chi è strangolato da Equitalia, Stato ladro e studi di settore dicesse basta"
“Lavoriamo per dimostrare di poter far saltare lo Stato in novembre, non per perderci su questioni interne”. Matteo Salvini su Twitter annuncia così l’intenzione di lanciare lo sciopero fiscale e dal congresso federale di Padova – che ha prorogato il suo mandato fino al 15 dicembre 2016 – specifica: “Noi parliamo a un popolo che ha perso la fiducia, dovremmo esserl’ alternativa alla sfiducia. Abbiamo il tempo per preparare qualcosa di cui tutto il mondo parli. Pensate cosa accadrebbe se un venerdì di novembre, facciamo il 14, da Nord a Sud tutte le persone che producono e lavoro e sono strangolate da Equitalia, da Stato ladro, da studi di settore dicessero basta: io oggi non pago, vi affamo, non apro il negozio e se apro non rilascio lo scontrino, faccio una corsa gratis del taxi, faccio straordinari gratis”. Avanza anche la sua idea di rivoluzione fiscale, che si augura in ottobre “porti in piazza milioni di italiani: proporremo – precisa – un’aliquota fiscale secca al 20% uguale per tutti, dal nord al sud, per ricchi e poveri. La nostra scommessa è quella di far pagare di meno a chi oggi paga troppo e di costringere a pagare chi oggi non lo fa”.
Al centro del suo intervento, oltre alla critica al sistema fiscale (“Noi siamo la forza di liberazione della gente che ha paura: basta! Ho avuto l’alluvione? Mi hanno portato via tutto? E io non pago le tasse. E se arriva l’esattore lo mando via a calci. Facciamo avere paura agli altri”), c’è il tema del lavoro, “dalla riforma Fornero (abbiamo raccolto le firme per cancellarla), dagli artigiani, dall’abolizione degli studi di settore che sono una vergogna”. Salvini poi si dice “umanamente e politicamente felice” per l’assoluzione di Silvio Berlusconi al processo d’appello per il caso Ruby, ma si scaglia contro il centrodestra che oggi, prosegue, “non esiste, è solo un categoria dello spirito”. Così come, aggiunge, “non esiste il centrosinistra, esiste solo il renzismo, che vuole radere al suolo tutto quello che c’era prima e ha i mezzi mediatici e giudiziari per farlo. Se sei accondiscendente una pacca sulla spalla e ti assolvono. Poi c’è un centrodestra in ordine sparso un po’ qui un po’ là, un po’ al governo, un po’ a favore dell’immigrazione, un po’ per le coppie gay, un po’ con la Merkel. E poi c’è la Lega“.
Parole pesanti anche sul presidente del Consiglio Matteo Renzi, che definisce un uomo “pericoloso”, un “antidemocratico fino al midollo” che “nel nome della velocità e del risparmio sta facendo di tutto”. Per Salvini “togliere i piccoli comuni significa cancellare la democrazia, togliere le province è stata una schifezza. Renzi diceva ‘ho tagliato 3 mila politici’, io dico ‘si è tagliato 3 mila volte le palle’ perché quella era democrazia”. “Vogliono una marionetta sorridente che fa i selfie, manovrato da Berlino – ha concluso -. Per questo noi dobbiamo difendere con le unghie e con i denti il territorio”. Duro attacco anche sull’introduzione dell’obbligatorietà del pos per gli esercenti – che dice sarebbe da “prendere a martellate” – e rappresenta un “disegno preciso del regime come il limite all’uso del contante”.