Quando leggerete questo articolo le firme raccolte dal Fatto contro il progetto di democrazia autoritaria targato Renzi-Berlusconi saranno circa centomila: un numero straordinario di adesioni in soli quattro giorni e in una stagione, diciamolo, poco adatta agli appelli e alla mobilitazione civile.
Abbiamo una certa esperienza in questione: due anni fa di firme ne piovvero centocinquantamila a sostegno della Procura di Palermo impegnata nel processo sulla trattativa Stato-mafia (battaglia quanto mai attuale dopo le preoccupanti parole pronunciate ieri a Palermo dal pm Nino Di Matteo), mentre l’estate scorsa furono quasi in cinquecentomila a dire di no al tentativo, poi sventato, di modifica della Costituzione. Ben poca cosa rispetto alla cosiddetta Grande Riforma partorita sette mesi fa dal sempre più misterioso patto del Nazareno e che accompagnata da una manovra di sfondamento senza precedenti nella storia repubblicana rischia di trasformare il nostro sistema democratico, per quanto imperfetto nel dominio di un’oligarchia agli ordini di Matteo Renzi. Tutto con il sostegno determinante del pregiudicato di Arcore, ringalluzzito dall’assoluzione nel processo Ruby e che ogni giorno di più si atteggia, con qualche ragione, a padre costituente.
È un allarme che unisce alla massa dei comuni cittadini, autorevoli giuristi come Stefano Rodotà, Lorenza Carlassare, Maurizio Viroli, Gianni Ferrara, personaggi della cultura e del giornalismo come Salvatore Settis, Barbara Spinelli, Sandra Bonsanti per citarne solo alcuni, ed è un segnale così forte che ai piani alti di Palazzo Chigi non si può fare finta di niente.
Proprio perché non pensiamo a una strategia per oscurare il dissenso, chiediamo al presidente del Consiglio una risposta seria alle preoccupazioni sollevate dall’iniziativa del Fatto nelle forme che riterrà più opportune. Anche se non sono quel 40,8 per cento dei voti che molti suoi amici usano a ogni obiezione sgradita come corpo contundente, non crede presidente Renzi che centomila (per ora) voci vadano ascoltate con attenzione? Grazie.
il Fatto Quotidiano, 20 Luglio 2014