Il presidente del Consiglio in visita in Africa si è detto ottimista sulla possibilità che la modifica del Senato venga votata al più presto: "Ostruzionismo è sasso sui binari del treno Italia"
Settimana decisiva, ancora una volta. Il presidente del Consiglio mentre è in visita in Africa parla delle riforme costituzionali che dovrà affrontare l’Italia e della discussione sulla riforma del Senato. “C’è un accordo che è più ampio della maggioranza, sono tranquillo”, ha detto a Rai News24. “Le riforme costituzionali sono come il Pin di un telefonino. Se non digiti il Pin il telefonino resta bloccato, se non fai le riforme non si va avanti”. Nell’Aula del Senato comincerà nel pomeriggio di lunedì 21 luglio il voto sugli emendamenti, fase che richiederà due-tre settimane. A mettersi di traverso sono i 7.800 emendamenti, ai quali la maggioranza intendere rispondere con un contingentamento dei tempi. Anche perché, come ha detto il ministro Maria Elena Boschi “il tempo delle trattative è finito”. “L’ostruzionismo”, ha continuato Renzi, “è lo strumento che vuole bloccare il volere dei cittadini”. Il presidente del Consiglio ha poi ribadito che “chi fa ostruzionismo mette un sasso sui binari. Noi con pazienza togliamo il sasso e facciamo ripartire il treno, perché quel treno è l’Italia. Con il sorriso sulle labbra ma con una determinazione ferrea porteremo a casa le riforme. Domani entriamo nella settimana decisiva, ci saranno gli interventi, la replica dei relatori e del governo, poi finalmente si vota”.
Una missione-lampo quella del presidente del consiglio in Africa: Mozambico, Congo, Angola in meno di tre giorni. “Da martedì torniamo sui dossier italiani ma questa visita ha un valore strategico”, ha tenuto tutto insieme Renzi che oggi in Congo, una delle economie più dinamiche dell’Africa, ha firmato un accordo per un investimento infrastrutturale, gestito da Trevi e da altre 12 aziende italiane. E con Eni ha messo un altro tassello nella nuova strategia energetica italiana che non guarda solo alla Russia ma alle enormi risorse africane. Anche qui ha trovato modo di polemizzare con “i gufi di professione”, quelli che dicono che l’Italia esporta poco “ma poi si lamentano per la perdita di italianità”. Ed invece per Renzi incentivare l’export, che oggi cresce al 4,9% più della Germania, con un programma ad hoc, gestito dal viceministro Carlo Calenda, anche lui in missione in Africa, rilancerà l’Italia che “può farcela solo se è forte anche all’estero”.
La forza interna, invece, viene dalla realizzazione delle riforme. Il premier continua a ripetere di non essere preoccupato anche se la mole degli emendamenti incombe sull’iter della riforma del Senato che il premier vuole approvare entro la pausa estiva. “Andiamo fino in fondo, questo è solo l’inizio”, è la determinazione di Renzi convinto che “il paese non è in mano ad una minoranza che fa ostruzionismo”. Ostruzionismo che in parlamento si traduce in tempi di parola, illustrazione degli emendamenti, dibattito prima di arrivare al voto. Ma il leader Pd lascia intendere che non consentirà di trascinarla per le lunghe a chi cerca di frenare e “bloccare il volere dei cittadini”. “C’è chi dice – attacca il premier – che possiamo continuare a perdere tempo. Il regolamento del Senato parla chiaro e credo che ci siano le condizioni per un intervento che rispetti il regolamento e consenta un dibattito serio”. Nessun autoritarismo ma neppure regole in balia di fronde e dissidenti.