Indennità e attaccamento alla poltrona. Sono queste le vere ragioni, secondo il premier Matteo Renzi, dell’opposizione in Senato alla riforma costituzionale del ministro Maria Elena Boschi. “E’ avvilente, ma quale indennità”, risponde stizzito Augusto Minzolini, parlamentare di Forza Italia a favore del Senato elettivo. “Non stiamo approvando mica le regole condominiali, stiamo modifichiamo la Costituzione come fecero Palmiro Togliatti e De Gaspari“, spiega il senatore dissidente. “Questa riforma è l’emblema della casta, perché toglie ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti”, aggiunge ancora l’ex direttore del Tg1. “Tornerò alla mia professione, a fare i miei interessi, il mio vero problema è quello di non lasciare, dopo trent’anni di vita parlamentare, una legge che peggiorerà le cose in Italia, penso ai miei nipoti, ai figli”, è il pensiero di Carlo Giovanardi, senatore del Nuovo Centrodestra. “Noi conservatori? E’ una vigliaccata di chi non ha argomenti per difendere una riforma antidemocratica”, sostiene Michele Giarrusso del M5s. “Conservare un minimo di buonsenso e preservare la Costituzione è questo lo scopo, non c’entrano gli interessi della casta”, è la risposta di Corradino Mineo, in prima linea tra i frondisti del Pd. “Questa malattia c’è anche alla Camera, mi domando perché lì il numero degli eletti non si possa ridurre – è l’obiezione del pentastellato Nicola Morra che aggiunge – si potrebbe curare approvando la regola dei due mandati parlamentari per evitare politici di professione, solo così la politica ritornerebbe ad essere un servizio”. “Che faremo dopo? Non abbiamo paura di niente”, ci scherza su il senatore Andrea Augello del Ncd. “Veniamo a lavorare nella vostra redazione, saremo costretti a convivere”, aggiunge ironico il collega di partito Gaetano Quagliariello di Irene Buscemi
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