Mirate, metodiche, studiate informazioni da una parte contro la morte, il sangue e la sofferenza dall’altra. La guerra tra Israele e Hamas si combatte anche su un campo di battaglia parallelo, ma non meno importante: Internet e i social network. Da una parte l’Israel Defense Force, le forze di difesa israeliane, che sul proprio profilo Twitter e sul proprio blog racconta l’offensiva sulla Striscia di Gaza minuto per minuto; dall’altra le Brigate Ezzedin Al Qassam, il braccio armato di Hamas, che illustra la sofferenza del popolo palestinese attraverso le immagini delle vittime e la retorica del martirio. Due tecniche completamente diverse sul webcome sul campo di battaglia, ma l’obiettivo rimane lo stesso: fare propaganda.
“Ecco la conquista israeliana di Gaza”. Questa scritta precede ogni foto di cadaveri e corpi straziati pubblicata su Twitter dai combattenti di Hamas, seguita dal solito hashtag #Gazaunderattack. Immagini crude, tanto che gli amministratori del social network hanno deciso di bloccare il profilo delle Brigate. I cadaveri dei bambini appaiono anche in uno slideshow del sito ufficiale di Ezzedin Al Qassam, anche quello oscurato, esempio di cosa è capace di fare la “minaccia sionista“. “Palestinians have the right to defend themselves“, i palestinesi hanno il diritto di difendersi, è la fase che precede ogni post dell’ala armata di Hamas che annuncia il lancio di missili verso Israele.
“Breaking news: l’Idf ha lanciato un’operazione di terra contro i tunnel usati dai terroristi di Hamas a Gaza“. Così le forze di difesa israeliane hanno comunicato l’inizio dell’attacco di terra a Gaza, due righe che riassumono la tecnica comunicativa con cui l’Idf ha deciso di raccontare la guerra sul suo blog ufficiale e sui social network. Poche parole, dati, immagini, video e infografiche che vengono pubblicati di continuo. Sulla home page del blog, poi, si trova in bella vista la diretta live delle operazioni di terra. “Domenica, 20 luglio: stiamo costruendo un ospedale da campo per palestinesi a Gaza”, annuncia l’Idf che, quotidianamente, offre un resoconto delle operazioni servendosi delle infografiche: «Venerdì, 18 luglio – riassunto della giornata: abbiamo scoperto 10 tunnel usati da Hamas; da Gaza sono stati sparati 135 razzi, 40 sono stati intercettati dall’Iron Dome mentre 87 hanno colpito Israele; abbiamo distrutto 240 obiettivi del terrore».
L’asettica e metodica pubblicazione di informazioni da parte dell’Idf cozza con la drammaticità del messaggio dei combattenti di Hamas. Il movimento armato palestinese conta le 500 vittime e le definisce “vittime della conquista israeliana”. A loro sono dedicate tre sezioni sul sito delle Brigate Ezzedin al-Qassam. Quella dei “martiri” raccoglie le foto dei morti con data, luogo e causa della scomparsa. C’è anche una parte del sito in cui capeggiano le foto dei combattenti prigionieri in carcere. L’ultima in ordine di pubblicazione è di Mohamed Bsharat, arrestato dalle milizie israeliane nell0agosto 2007 e condannato a 75 anni di carcere. Scorrendo il sito, si trovano opinioni scritte sull'”olocausto voluto da Israele contro le famiglie palestinesi”, video che mostrano la violenza degli attacchi israeliani e le sofferenze della popolazione nella striscia di Gaza e nella West Bank e tante foto. Foto di morti, città distrutte, bambini insanguinati. Il sangue è il vero protagonista del messaggio delle Brigate Ezzedin al-Qassam.
Anche l’Idf pubblica molti video e li divide in tre tipologie differenti. Un primo gruppo ha l’intento di mostrare la crudeltà di Hamas nei confronti degli stessi palestinesi e l’odio che i miliziani nutrono nei confronti dello stato d’Israele. “Hamas mette i civili nella linea di fuoco d’Israele” titola un video, oppure “Hamas attacca i soldati israeliani con asini imbottiti di esplosivo”. Una seconda tipologia è, invece, quella che racconta il terrore e la sofferenza in cui vive la popolazione dello stato ebraico. La terza categoria di immagini mostra le operazioni militari. Qui la modalità con cui viene raccontata la morte ricorda quella di un videogioco di guerra. Il video “Idf aircraft makes a pinpoint strike” mostra le immagini di un’auto in cui viaggiano tre comandanti del Movimento per il jihad islamico in Palestina (Pij) seguita dal mirino di un drone israeliano. In pochi secondi, senza audio, la macchina scompare in una nuvoletta di fumo.