Il marito di 48 anni è marocchino e risiede a Sant'Agata Bolognese. L'arresto è arrivato dopo la denuncia della moglie e l'intervento di un parente
Da diverse settimane teneva chiusa in casa la moglie senza cellulare portandosi le chiavi a lavoro, perché non voleva quel secondo figlio. Un operaio metalmeccanico di Sant’Agata Bolognese, marocchino, 48 anni e da 15 anni in Italia, è stato arrestato dai carabinieri per maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona ai danni di una sua connazionale trentanovenne, sposata qualche anno prima. L’arresto è avvenuto sabato 19 luglio dopo che i militari erano stati allertati da uno zio della donna.
Da giorni l’uomo non riusciva più a mettersi in contatto telefonico con la ragazza e, conoscendo i dissapori della coppia, aveva deciso di venire a vedere la situazione di persona proprio nel comune della Bassa. Arrivato a Sant’Agata, quando ha suonato il campanello, lo zio ha capito che sua nipote, assente il marito, era letteralmente rinchiusa dentro, senza chiavi né telefono. A questo punto il parente ha allertato i Carabinieri che una volta giunti sul posto non hanno forzato la porta, ma hanno atteso il ritorno a casa del coniuge. All’arrivo del marito si sono fatti aprire la porta e con lui sono entrati. La donna allora è scoppiata a piangere. Davanti ai militari esterrefatti ha raccontato che il marito l’avrebbe più volte malmenata e privata dei più elementari mezzi di sussistenza. La cosa accadeva già da mesi, secondo la donna, ma nelle ultime settimane il comportamento dell’uomo si era aggravato perché voleva indurla a interrompere una gravidanza di due mesi, da lui non desiderata. Ora l’arresto del coniuge da parte delle forze dell’ordine potrebbe avere salvato il feto. L’uomo, che con la moglie ha già un bimbo di pochi anni, è stato portato in caserma, poi al carcere bolognese della Dozza.