Con la chiusura della Coppa del Mondo di calcio in Brasile, è arrivato anche lo scioglimento degli organismi ‘ad hoc’ che hanno gestito la sicurezza pubblica nelle città sedi e il conseguente bilancio. Quanto a Rio, il bilancio per le autorità è positivo. Secondo il “Comitato di sicurezza per la coppa del mondo”, l’evento si è chiuso senza gravi episodi per i tifosi che hanno assistito alle partite al Maracanà. Per l’occasione sono arrivati in città 886mila turisti, dei quali 471mila stranieri (principalmente sudamericani), superando del 47,6 % le stime fatte dalle autorità nelle previsioni dell’evento. Il pubblico del Maracanà durante le partite è stato di 515mila spettatori, dall’arena dell’evento privato Fifa Fan Fest a Copacabana hanno assistito complessivamente 814mila persone.
Tra i reati denunciati alla polizia da parte dei tifosi, per ben il 74% dei casi si è trattato di furto o rapina. Il che testimonia che nonostante la militarizzazione della città soprattutto nei punti più turistici, non è stato possibile arginare un fenomeno tristemente parte della città. Va sottolineato che non un rapinatore o scippatore è stato identificato, fermato o arrestato per alcun episodio. Al secondo posto la vendita illegale di biglietti con il 5,2% dei casi. La lotta ai ‘bagarini’ ha avuto il suo apice con l’operazione Jules Rimet della Polizia Civile, partita dopo 138 denunce effettuate. Nonostante gli arresti però, la vendita illegale di biglietti è andata avanti in maniera spedita. Se nelle vicinanze dello stadio la presenza della polizia è stata notevole, a poche centinaia di metri, a ridosso della favela di Mangueira, erano visibili veri e propri centri di vendita abusivi, gestiti da stranieri, e ‘protetti’ dai trafficanti armati. Nessuna operazione di polizia è stata condotta in quei luoghi. I quartieri dove si è registrato il maggior numero di reati è stato Copacabana con il 57,8%, molto distanziato il quartiere Maracanà con il 13,7% e Lapa con 5,5%.
Le vittime dei vari casi sono stati comunque in maggior parte carioca, il 19,7%, seguiti da argentini, il 12,6%, inglesi, 6,1% e cileni, 5,2. Tra gli autori dei crimini, è possibile conteggiare solo i 60 stranieri denunciati per la vendita dei biglietti. Si è trattato comunque del maggior piano di sicurezza della storia messo su in città: in tutto sono stati impiegati 25.787 uomini di diverse forze dell’ordine e forze armate. Il “Centro Integrato di Comando e Controllo” ha riunito e coordinato 37 agenzie, lavorando a contatto con il “Centro Integrato di Comando e Controllo Regionale”, e con Brasilia. Ovviamente nel computo finale non si considerano alcuni episodi che pur gravi non hanno avuto conseguenze.
Le falle nella sicurezza sono state tante. Nonostante la violenza nella repressione delle manifestazioni, più volte i manifestanti, per fortuna pacifici, sono arrivati all’esterno dello stadio incrociando i supporters delle varie nazionali. Durante la partita Spagna-Cile poi, alcuni tifosi cileni, senza credenziali e senza biglietti sono riusciti ad arrivare fino all’interno dello stadio e addirittura nella sala stampa prima di essere fermati. Gli 85 fermati rappresentano la maggiore ‘operazione’ della coppa del mondo. Quelli che non rientrano poi nelle statistiche ufficiali sono gli arresti preventivi e le decine di fermi durante le manifestazioni organizzate da quanti contestavano le spese per le realizzazioni delle opere. Senza contare le decine di feriti durante le cariche della polizia e le aggressioni a fotografi e giornalisti da parte della polizia. Adesso non resta che aspettare le olimpiadi.
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