23 ottobre 1998 – L’Istituto superiore di Sanità annuncia al mondo che il “vaccino italiano contro l’Aids” messo a punto dal gruppo di ricerca di Barbara Ensoli “funziona”, come riporta il Corriere della Sera. L’allora ministro della Salute Rosy Bindi dichiara: “Straordinario successo della nostra ricerca pubblica”. Il Corriere della Sera del giorno dopo titola: “Vaccino anti-Aids: l’Italia è prima”.
6 aprile 2000 – Robert Gallo -virologo statunitense che nel 1983 contese al professore francese Luc Montagnier la scoperta del virus Hiv- esprime forti perplessità sul vaccino Ensoli. “Attenzione a usarlo sull’uomo”.
2 dicembre 2001 – Girolamo Sirchia (foto), allora ministro della Salute del governo Berlusconi, dichiara su Qn che “il metodo Ensoli è senza dubbio molto caro, ma è ormai vicino alla realizzazione”. Il titolo dell’intervista recita: “Il vaccino anti-Aids sarà made in Italy”.
11 marzo 2003 – L’entusiasmo è ancora ad alti livelli. Il Secolo d’Italia dedica un’intervista a Barbara Ensoli, “don Chisciotte, tornata per amore” dagli Stati Uniti in Italia.
26 novembre 2003 – Barbara Ensoli annuncia, ripresa da tutti i più importanti quotidiani nazionali in prima pagina, i test sull’uomo. “Salveremo milioni di persone”. Le persone selezionate come “cavie” dovrebbero essere 88.
24 novembre 2004 – A sei anni dall’annuncio i risultati stentano. Ensoli tranquillizza il Paese dalle colonne de La Stampa: “Il nostro vaccino è in dirittura d’arrivo”.
Aprile 2005 – Nella fase I di sperimentazione sono coinvolti tre centri clinici. All’Ospedale Ifo San Gallicano di Roma spetta il compito dell’analisi dei dati. A questo punto, però, il direttore del laboratorio viene sostituito con Fabrizio Ensoli, fratello di Barbara.
30 giugno 2005 – “Vaccino per l’Aids, lite sullo studio italiano”. Il Corriere della Sera dà conto dello scontro tra Barbara Ensoli e l’immunologo Fernando Aiuti, uno dei tre esperti che sta conducendo la sperimentazione. La prima presenta al mondo i risultati della fase 1. “Dovevano essere arruolati 88 pazienti -dichiara però Aiuti- ma il protocollo è stato tagliato”. Ensoli tira dritta e mostra i risultati, prima ancora di chiudere la fase. Una cosa che “non ha precedenti” secondo Aiuti.
6 luglio 2005 – Il Sole 24 Ore festeggia i risultati di Barbara Ensoli: “Il vaccino anti-Aids è sicuro”. Quello stesso giorno la ricercatrice rilascia un’intervista a La Stampa di Torino: “Basta polemiche, così si danneggiano i pazienti”.
15 luglio 2005 – L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) rileva “dieci irregolarità nella sperimentazione” (Corriere della Sera). Ma il risultato non sarebbe “compromesso”.
2 dicembre 2005 – Barbara Ensoli è al settimo cielo. L’allora ministro della Sanità Francesco Storace (foto) le ha annunciato il finanziamento di 21 milioni di euro da parte del suo dicastero a cui si aggiungono 28 milioni di euro provenienti dal ministero degli Esteri per la sperimentazione in Sudafrica. “Siamo sulla strada giusta -dichiara Ensoli a Il Messaggero- ne sono sicura”.
26 novembre 2006 – Umberto Veronesi -ministro della Sanità- sposa la “missione” di Barbara Ensoli e dichiara all’Ansa di esserne convinto “estimatore”.
11 agosto 2007 – Barbara Ensoli porta in tribunale Fernando Aiuti accusandolo di averla diffamata a proposito della sperimentazione del vaccino. La richiesta di risarcimento è di 2,5 milioni di euro. Il 17 aprile 2012 Fernando Aiuti prevarrà in tribunale sulle ragioni di Ensoli.
13 dicembre 2007 – Gilberto Corbellini su Il Riformista attacca la ricerca di Ensoli e dell’allora presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Enrico Garaci. “Sono l’esatto contrario dell’etica”. E aggiunge: “Fortunatamente molti politici italiani o non leggono l’inglese o non sanno nulla di scienza […] altrimenti sul vaccino della Ensoli sarebbe scoppiato uno scandalo delle dimensioni di quelli che nel lontano passato facevano saltare persino i presidenti della Repubblica”.
11 giugno 2008 – La parlamentare radicale eletta con il Pd Maria Antonietta Coscioni presenta un’interrogazione parlamentare sul vaccino Ensoli.
2 luglio 2008 – L’ISS annuncia l’avvio del programma di sperimentazione di fase II della componente terapeutica -non del vaccino- basata sulla proteina Tat. Saranno arruolate 128 persone sieropositive. Barbara Ensoli dichiara: “E’ tutto pronto, finalmente”.
11 luglio 2008 – “Parola di donna, sconfiggeremo l’Aids”. Su l’Unità, Barbara Ensoli rassicura gli scettici: “Tra cinque anni” la prova che la strada è quella giusta.
2 agosto 2008 – Pur dichiarandosi vicina al traguardo, Ensoli “buca” la conferenza internazionale sull’Aids di Città del Messico.
7 gennaio 2010 – Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Enrico Garaci, intervistato da Il Giornale, è commosso. Il vaccino Ensoli rappresenta “un orgoglio, non solo scientifico ma anche etico”.
13 novembre 2010– E’ di nuovo tempo di festeggiamenti. “Vaccino anti-Aids, l’Italia fa centro” è il titolo a pagina 33 de Il Sole 24 Ore. Il ministro della Salute di allora Ferruccio Fazio annuncia l’avvio di una nuova sperimentazione.
1 dicembre 2010 – Gianni Letta (foto), allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ringrazia pubblicamente il team di Barbara Ensoli per l’impegno profuso nella ricerca del vaccino anti-Aids.
15 giugno 2011 – Il vaccino preventivo riparte da capo con differente protocollo. Lo annuncia l’ISS con un comunicato in cui dà conto di una nuova proteina impiegata al fianco della Tat (la Env). In quel momento, dunque, il preventivo è ben indietro mentre la componente terapeutica è in fase II in Sudafrica.
2 luglio 2012 – Barbara Ensoli (con il 70% delle quote) e la 3 I Consulting Srl (30%) danno vita alla società Vaxxit Srl. 10mila euro di capitale e sede a Roma. L’amministratore unico è Giovanni Battista Cozzone, esperto di brevetti che dal maggio del 2009 ha ricoperto l’incarico quadriennale di consulente per conto (e perciò nell’interesse) dell’Istituto superiore di sanità in materia di “trasferimento tecnologico” (per un importo complessivo di 393mila euro).
1 dicembre 2012 – Vittorio Agnoletto (foto) e Carlo Gnetti pubblicano per Feltrinelli il libro inchiesta “Aids, lo scandalo del vaccino italiano” dov’è ricostruito fino a quel momento il percorso del vaccino Ensoli.
4 marzo 2014 – Il consiglio di amministrazione dell’Istituto superiore di sanità presieduto da Fabrizio Oleari (che ha sostituito nel frattempo Enrico Garaci) delibera di concedere a Vaxxit Srl “una opzione di licenza esclusiva (della durata di 18 mesi) per l’utilizzo dei suddetti brevetti”: è cioè i brevetti Tat di proprietà dell’Iss, precedenti ad un altro, già ceduto da Ensoli alla sua start-up TatImmuneTM. La decisione è assunta “all’unanimità”.
17 marzo 2014 – Otto nuovi soggetti entrano nella Vaxxit. Tra questi c’è il fratello di Ensoli, Fabrizio, l’ex marito, il più grande fondo di fondi canadese (Teralys capital) e una multinazionale del credito con domicilio nello Stato Usa a fiscalità agevolata del Delaware (la Ferghana Securities Inc).
27 maggio 2014 – Dopo l’inchiesta del mensile Altreconomia, Emilia De Biasi (Pd), presidente della commissione Igiene e sanità del Senato, presenta un’interrogazione parlamentare al governo chiedendo conto del cammino del vaccino.
3 giugno 2014 – Vittorio Agnoletto scrive una lettera aperta all’ISS sul tema del vaccino anti-Aids. Le sue richieste di chiarimento non ricevono alcuna risposta.
10 giugno 2014 – Il consiglio di amministrazione dell’ISS dichiara “non idonea” la precedente deliberazione di marzo e dispone la verifica della fattibilità dello spin-off di Vaxxit.
12 giugno 2014 – Il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo risponde all’interrogazione di De Biasi. Non ci sarebbe stato “alcun abuso”.
2 luglio 2014 – Vittorio Agnoletto e Fernando Aiuti vengono auditi “informalmente” dai senatori guidati da De Biasi, a proposito proprio dello stato dell’arte del progetto di ricerca in seno all’Istituto superiore di sanità.
10 luglio 2014 – Barbara Ensoli si scaglia contro l’Istituto superiore di sanità, annunciando una diffida a seguito del “passo indietro” del 10 giugno 2014. L’operazione Vaxxit sarebbe una “azione sacrosanta” mentre l’ISS un covo di “dinosauri”.
15 luglio 2014 – Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, firma il decreto di commissariamento dell’Istituto superiore di Sanità. Sia il Corriere della Sera che La Stampa elencano tra le possibili motivazioni la gestione del vaccino anti-Aids.