Niente di tutto questo: Expo fa notizia come grande mostra estemporanea della filiera alimentare globale, come succulenta occasione per completamenti di autostrade e tangenziali pluricorsie, come cantiere incompiuto di cementificazioni talvolta sotto inchiesta, come testimonianza – in definitiva -di quell’era “tecnozoica” che, secondo Leonardo Boff, dovrà necessariamente cedere il posto ad un’era “ecozoica”, in armonia con l’ambiente.
Mentre i milanesi si arrabattano intorno all’immutabilità della loro bolletta del gas, dall’altra parte dell’oceano fa clamore un progetto che sarebbe stato bene veder nascere nella città ambrosiana: New York – sì, l’area dei grattacieli, degli uffici sempre illuminati e dei bagliori al neon di mille colori – ha deciso una massiccia quanto concreta diffusione e penetrazione della fonte solare.
Dopo l’uragano Sandy, il governatore dello stato Andrew Cuomo ha annunciato la nomina di Richard L. Kauffman, esperto di economia verde, come plenipotenziario per una nuova politica energetica e finanziaria al fine di “solarizzare” lo stato di New York e scongiurare, con la diffusone di sistemi decentrati di accumulo, di risparmio e di cogenerazione i black out registrati nel corso delle recenti intemperie atmosferiche. L’iniziativa è stata elogiata e calorosamente condivisa dal nuovo sindaco metropolitano Bill De Blasio.
A sostegno di una autentica partecipazione, è stata creata una “banca verde”, che offrirà prestiti e sovvenzioni per la produzione e distribuzione di energia pulita, per abbassare le barriere del mercato finanziario che attualmente impediscono il flusso di capitali privati verso l’energia rinnovabile e per creare “i posti di lavoro di domani”.
L’annuncio è accompagnato dai progetti operativi di ristrutturazione delle municipalizzate locali (altro che la corsa in borsa di A2A e compagnia…), di eliminazione dei picchi di carico, di riduzione di 125 MW attraverso la cogenerazione, di creazione di 2.500 stazioni di ricarica per veicoli elettrici. L’iniziativa è parte di un piano più ampio per aumentare la resilienza del sistema al cambiamento climatico, che prevede, tra l’altro, “il raffreddamento, la refrigerazione e la ventilazione, l’illuminazione ad alta efficienza, la costruzione di sistemi di gestione, di stoccaggio a batteria o accumulo termico”. 219 milioni di dollari andranno all’efficienza energetica e alla riduzione della domanda, mentre altri 66 sono stanziati per i sistemi di cogenerazione presso grandi siti commerciali.
L’aspetto comunque più clamoroso riguarda 1 miliardo di dollari per il programma solare sostenuto dalla “banca verde” a cui lo stato contribuisce con 165 milioni. La finalità è quella di finanziare attraverso forme di partnerariato pubblico-privato i progetti approvati da una commissione pubblica ad hoc costituita. Gli incentivi fotovoltaici statali erogati fino al 2023 consentiranno di raggiungere 3 GW di potenza fotovoltaica, creare “Solar community” e fornire assistenza tecnica alle scuole interessate a ridurre i costi energetici e a diventare “hub dimostrativi.
Cuomo dichiara che “fornendo la certezza del finanziamento a lungo termine lo stato sta attirando investimenti del settore privato e creando nuove opportunità economiche e di sostegno allo sviluppo sostenibile, fino a trasformare l’industria solare di New York in un settore ambientale in espansione privo di sussidio. Questo nuovo approccio – conclude – contribuirà a preservare l’ambiente, ridurre le bollette e creare opportunità di crescita economica”.
Il nuovo impegno di finanziamento prevede anche 3,5 milioni di dollari per l’educazione dei consumatori sui vantaggi dei sistemi fotovoltaici, che, tra l’altro, si tradurranno in un risparmio di 116.000 tonnellate di emissioni di gas serra ogni anno.
Non ci sarebbe dispiaciuto un programma così ambizioso per il confuso 2015 dell’Expo di Milano e Lombardia e una stretta di mano Maroni-Pisapia calorosa come quella tra Cuomo e De Blasio. Ma, forse, ci toccherà volare oltre Atlantico con Etihad…