Lui sorride, con l’immancabile sigaro Garibaldi tra le dita. Accasciato su una sedia di plastica in un pratone alla periferia di Treviglio (Bergamo), Umberto Bossi è tornato a essere il Capo. “Son matti, non sono più tollerabili” bofonchia scuotendo la testa guardando Matteo Salvini scendere dal palco e andarsene verso un altro comizio. Bossi rimane. Intorno decine di persone fanno a gara per stargli accanto. Una signora gli piazza davanti una torta verde col simbolo della Lega, lui la taglia. Il Senatùr ha ritrovato la sua gente, quella che nell’ultimo anno lo aveva un po’ evitato in attesa di definire il giudizio sulle sue reali responsabilità nel suicidio della Lega. Lo scandalo Belsito, le spese dei figli, il cerchio magico. E a vedere la processione di militanti che gli si para davanti per chiedere una foto con lui, un autografo, la conclusione è evidente. Per accontentare tutti rimane fino alle due del mattino. E per la prima volta parla di ciò che ormai può declinare al passato come una “prova superata”. È venerdì sera. La diga che spalanca il fiume di parole di Bossi crolla dopo un’affermazione buttata lì tanto per parlare: hanno assolto Berlusconi su Ruby. “Sono contento per lui. Domani lo chiamo, ha dimostrato di essere forte, devo fargli i complimenti. Quando capitano cose negative ti metti alla prova. È stato molto bravo, perché è riuscito a usare persino questo Renzi qui, l’ha messo in gabbia”.
In gabbia?
Berlusconi è una volpe, un fuoriclasse. Renzi è giovane, spavaldo, troppo sicuro. È arrivato a Roma convinto di essere il padreterno. Lo abbiamo lasciato agitare. Ancora lo ricordo le prime volte che veniva, lo aspettavamo come i bambini aspettano i leoni allo zoo: sono pericolosi, fanno paura ma si sa che sono innocui e per quanto si agitino non possono far nulla.
Quindi niente riforme?
Sì, qualcosa certo Renzi riuscirà a farlo, ma lo farà come vogliono tutti, mica come dice lui. Pensava di fregare i senatori sulle preferenze. Fregare i senatori…. da ridere.
Con Berlusconi ha stretto il patto del Nazareno.
Sono vent’anni che stringo patti con Berlusconi. Il primo governo lo abbiamo fatto insieme nel 1994, lo conosco. Lui ha capito che gli conviene fare il bravo, mantenere un basso profilo, ma un’aquila rimane un’aquila e a Renzi ormai conviene stare al gioco.
Vent’anni fa eravate al governo, dieci anni fa, nel 2004, lei è stato colpito dalla malattia..
E sono ancora qui?
Beh, sì… poi Belsito…
La Lega è nata con me e con questi qui che vede attorno a me. Vuole sapere la verità? Io me lo ricordo quando mi sono svegliato in ospedale, i primi che mi hanno parlato sa chi erano?
No…
Maroni e Calderoli. Dopo poco c’erano le elezioni, loro erano terrorizzati e mi chiesero di candidare Riccardo, mio figlio… Io dissi di no, assolutamente: non era roba per lui.
Riccardo?
Già… E quando anni dopo presentammo Renzo tutti a dire di sì, evviva… Sempre loro mi dicevano che dovevamo metterlo nel listino bloccato, fui io a pretendere che prendesse i voti con le preferenze. Vado avanti?
Io non la fermo di certo.
In due anni hanno distrutto tutto questi qui, prima Maroni poi Salvini… Tutto sputtanato. Matteo è in gamba, viene a trovarmi, chiede consigli poi magari fa di testa sua, ma lui è un combattente, poi magari è mal consigliato e lo vedo molto solo… ma quell’altro…
Maroni?
Eh… ora l’avviso di garanzia… con me duravano due ore quelli che finivano indagati… perché se ci sono le regole si rispettano, poi certo se la magistratura sbaglia sono dolori, ma il passato è storia… me lo ricordo il mio primo tesoriere finito in Mani Pulite per 120 milioni: lui l’ho cacciato subito e i soldi li abbiamo restituiti tutti.
Dicevamo di Maroni.
Secondo me non c’è niente, però dopo appena un anno che è in Regione, presa a fatica… se non era per Berlusconi che si mise d’accordo con Formigoni… Ma poi il partito, io ho lasciato i conti in attivo, ora non c’è più un euro… ho la fila di gente che ha dato la vita per noi che mi racconta cose assurde…
Tipo la Regione in mano a dirigenti di origini meridionali? Le assunzioni dei parenti, come la compagna di Salvini?
Circondarsi di persone fidate è bene, ma qualcuno del Nord, almeno… Prima il Nord…
Era lo slogan…
Gli stessi che ci hanno messo in croce… Ma la gente mica è scema. Io, la mia famiglia, stiamo venendo fuori dalle accuse, una a una… serve pazienza. Senza non vai da nessuna parte.
Affossati dalla magistratura…
Io credo ci fosse un disegno. Le indagini sono indagini, per carità, ma poi qualcuno le usa. I magistrati fanno il loro lavoro ma è chiaro che come i politici devono rispettare la legge, loro dovrebbero indagare solo su prove certe, la storia sarebbe stata diversa.
Marco Milanese, arrestato nell’inchiesta sul Mose, agli inquirenti ha detto che c’era un accordo tra voi e Tremonti per farlo diventare premier al posto di Berlusconi.
Cazzate. Tremonti era bravo a far di conto, ma in politica…
In politica?
Troppo isterico, tirava dritto… Me lo chiese, avrebbe voluto ma gli ho sempre detto di lasciar stare, non era roba per lui.
Ma Milanese sostiene che Tremonti non voleva sbloccare i fondi alla Regione Veneto perché c’era Galan e voleva aspettare l’arrivo di Luca Zaia.
Una buffonata, Tremonti forse non amava Galan… Ma anche lui, come si fa? Era solo, abbandonato da tutti, è riuscito persino a tradire se stesso.. Ora vogliono mandarlo in galera, vediamo. Comunque è finita un’epoca, stiamo guardando il sole diventare rosso e non capiamo che è il tramonto.
Dieci anni fa esatti lei era ricoverato in gravi condizioni. La leggenda della notte in cui ebbe il malore racconta che fosse in compagna di Luisa Corna, conosciuta a Miss Padania.
Ricordo… Col tempo la memoria ritrova i pezzi. Ho avuto una grande donna accanto, mia moglie. Il resto è leggenda? Lasciamolo nella leggenda.
Anche la sua Lega è leggenda? Cosa è quella di oggi che va a cercare voti al sud, che si è dimenticata dell’indipendenza, della Padania?
Ora c’è Matteo. So che dentro molti gli fanno la guerra, tutto si sistemerà, ma i malumori principali sono dovuti a quell’altro lì… Macbeth…
Spinto a tradire il suo re. Lo disse anche alla notte delle scope…
Macbeth poi ha fatto una brutta fine.
Da Il fatto Quotidiano del 20 luglio 2014