Massimiliano Fuksas ha fatto causa alla Regione Piemonte. Vuole circa tre milioni di euro per la supervisione artistica del grattacielo da lui progettato, quello che ospiterà gli uffici dell’amministrazione regionale e che sarà il grattacielo più alto d’Italia. La citazione in giudizio di fronte al tribunale di Torino è arrivata alcuni giorni fa negli uffici di piazza Castello e la notizia è stata data dall’edizione cittadina de La Stampa. Un nuovo guaio dunque si aggiunge a questo progetto, la cui storia è già stata marcata da polemiche e inchieste giudiziarie.
All’archistar romana non bastano i ventidue milioni di euro per la progettazione, una somma denunciata nel 2010 da Roberto Cota alla procura della Corte dei conti che avviò un’indagine sull’opera. Adesso Fuksas rivuole anche quei 2,7 milioni per la supervisione artistica già chiesti lo scorso anno, soldi che secondo lui gli spettano per contratto. Non era d’accordo la Regione, motivo per cui l’ex assessore al bilancio Gilberto Pichetto Fratin aveva avviato una trattativa con il progettista ed era riuscito a trovare un accordo per il pagamento di 400mila euro. La pratica però si è arenata, prima per l’attesa di un parere richiesto alla Corte dei conti sulla congruità della cifra, poi per la caduta della giunta Cota.
Sulle trattative e sulle cifre però, denunciano da tempo i radicali torinesi dell’associazione “Adelaide Aglietta”, c’è sempre stata parecchia opacità: della delibera dell’agosto 2013 con cui si avviava la trattativa e si autorizzavano i progettisti a seguire i lavori, inizialmente fu pubblicato solo il titolo e non il contenuto, reso pubblico solo a maggio, quando che si è scoperto che “nel corso dello svolgimento dei lavori il Progettista dell’opera ha in più occasioni, anche tramite i propri legali, richiesto l’attivazione dell’incarico di supervisione artistica del palazzo della Regione previsto nell’originario contratto”.
Ma nella delibera restano ancora alcuni omissis. Ora l’arrivo dell’atto di citazione ha scosso l’assessore al bilancio Aldo Reschigna che, costretto a far fronte a un debito monstre e a molti tagli, ha incontrato gli avvocati della Regione per fare il punto sulla causa: “Venerdì incontrerò il responsabile unico del progetto e il direttore del cantiere per avere tutti gli elementi e poi prenderemo una decisione sul da farsi”, ha dichiarato Reschigna a ilfattoquotidiano.it. Intervistato da La Stampa Fuksas ha smorzato la questione, l’ha posta sul piano della dignità professionale e ha dichiarato che è disponibile a chiudere la causa con una cifra intorno ai 400mila euro a patto che i suoi collaboratori e lui possano controllare l’esecuzione del progetto: “Stanno costruendo il palazzo da soli, questo mi preoccupa – ha detto – Sa che hanno modificato la struttura? Era stata progettata in acciaio, l’hanno fatta in cemento armato. Peccato che qui si parli di un mio progetto, del grattacielo più alto d’Italia… per questo ci tengo enormemente. Ci ho messo la faccia, voglio solo che con il mio nome venga fuori un ottimo risultato”.
Non è da escludere che dietro la mossa giudiziaria, così inattesa, ci sia lo stato di crisi in cui si trova lo studio di Fuksas: la società “Fuksas associati srl” è in liquidazione dal 23 maggio 2013 e forse riscuotere qualche credito dalle amministrazioni pubbliche può darle un po’ di ossigeno. Tuttavia le parcelle dello studio dell’archistar sono al centro di alcune indagini, ancora in corso, da parte delle procure della Corte dei conti. Secondo una consulenza dell’Ordine degli architetti e degli ingegneri di Milano, fatta per la procura piemontese, nelle parcelle del “raggruppamento temporaneo di professionisti” guidato dalla Fuksas e associati “sono emerse una serie di irregolarità e violazioni di legge” che hanno aumentato i costi sostenuti dalla Regione e i vantaggi ottenuti dal gruppo.
A Roma invece i magistrati stanno valutando quella per la costruzione della sua “Nuvola” all’Eur di Roma, opera su cui è stata avviata un’inchiesta dopo una delibera dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Pure qui l’autorità aveva rilevato come le somme per la direzione artistica, 4,5 milioni di euro, fossero “somme ingenti”, che “appaiono eccessive” rispetto alle tariffe professionali.
Riceviamo e pubblichiamo da Massimiliano Fuksas:
Caro Direttore,
con riferimento all’articolo apparso lo scorso 22 Luglio su “Il Fatto Quotidiano” dal titolo “Piemonte, Fuksas fa causa alla Regione” scritto da Andrea Giambartolomei, ti vorrei far presente quanto segue. Lo studio Fuksas, fortunatamente, non soffre alcuna crisi, lavorando principalmente all’estero. La motivazione della liquidazione è una semplice riduzione da tre società a due onde ridurre i costi, visto che la Fuksas Associati non è operativa da alcuni anni. Questo in previsione, anche, del mio prossimo ritorno a Parigi.
Ti ringrazio.
Un cordiale saluto.
Massimiliano Fuksas
Aggiornato da Redazione Web il 24 luglio alle ore 19.39