Politica

Cosimo Mele, l’ex deputato oggi sindaco ai dipendenti: “Chiamatemi onorevole”

L'ex parlamentare, eletto a Montecitorio tra le file dell'Udc, era stato coinvolto in uno scandalo a luci rosse ed è tuttora accusato di cessione di cocaina. Oggi è "solo" primo cittadino del suo comune natale, in provincia di Brindisi. Ma in una circolare ha chiesto di esplicitare il "titolo" di onorevole per iscritto nei documenti in uscita dal palazzo che recano la sua firma

Nel 2007, quando era ancora onorevole, era stato travolto in uno scandalo a luci rosse e, per quella notte trascorsa in compagnia di una escort, ora è accusato di cessione di cocaina. Fino al 2008 è rimasto tra i banchi dell’Udc a Montecitorio, poi non è stato più ricandidato da nessun partito. Ma la sua carriera politica non è finita, perché nel 2013 Cosimo Mele è stato eletto sindaco di Carovigno, suo comune natale e municipio in provincia di Brindisi, e dimostra di essere ancora molto legato all’appellativo di “onorevole”. Tanto da aver inviato lo scorso marzo una comunicazione interna a tutti i dipendenti del suo Comune, chiedendo di esplicitare il “titolo” per iscritto nei documenti in uscita dal palazzo che recano la sua firma. “Dalla data odierna – si legge nella nota (sotto) – tutti i documenti in uscita a firma del Sindaco, devono contenere il titolo di ‘Onorevole'”. 

La nota interna – e quindi non soggetta a pubblicazione – è finita di recente nelle mani di qualche esponente dell’opposizione di centrodestra nel municipio del Brindisino. Mele invece è sostenuto da una coalizione fatta di liste civiche e con il supporto del Pd. E’ stato poi rilevato che, in calce a tutti gli atti ufficializzati dopo il 26 marzo, data in cui le disposizioni del primo cittadino sono entrate in vigore, regolarmente protocollate, c’è effettivamente la dicitura “on.” a precedere il nome di Mele. Ma viene barrata a penna per risultare cancellata.

Cosimo Mele deputato non lo è più da quando la sua carriera politica in ascesa sulle scene nazionali fu stroncata da una notte brava di fine estate, trascorsa in una suite dell’hotel Flora, di via Veneto, a Roma. La passò con una “escort”, Francesca Zenobi, che accusò un malore e denunciò l’allora deputato per omissione di soccorso e per cessione di cocaina. La prima accusa è caduta. Mele è ora a processo per la seconda. Mentre si è chiusa di recente, proprio agli inizi di marzo, un’altra questione finita nelle aule giudiziarie della capitale: Francesca Zenobi e il suo legale sono stati condannati a un anno e otto mesi di reclusione per una tentata estorsione in danno proprio dell’attuale sindaco di Carovigno. In attesa che si definiscano anche gli ultimi strascichi giudiziari rimasti, Mele, a quanto sembra, non cessa di guardare al passato, forse anche con qualche rimpianto.

Dopo il 2008 ha tentato di riaffiorare politicamente come consigliere provinciale, candidandosi con Alleanza di centro, mancando di poco l’impresa. Poi ancora nel 2010 la corsa a un posto di consigliere regionale con Io Sud, tentativo anche questo fallito. Nell’estate del 2013 il “riscatto”, come egli stesso lo definì appena diventato sindaco. E un anno dopo la comunicazione interna a tutti i dipendenti, protocollata, affinché lo chiamino ancora “onorevole”.